Sacerdote di campagna e scrittore raffinato. Siena riscopre Idilio Dell’Era

il 25/05/2011 - Redazione

Semplice prete di campagna e dotto scrittore di prose e poesie del secolo scorso, Idilio Dell’Era, al secolo Martino Ceccuzzi (1904-1988) ha composto opere in prosa e poesia fino ad ora poco valorizzate. L’occasione per parlare della figura complessa di Idilio Dell’Era e delle sue opere è stata martedì 24 maggio, nella Sala delle Lupe in Palazzo Pubblico a Siena, nell’ambito della presentazione di due dei suoi libri, “Malavalle” e “Il canzoniere del fanciullo” (Edizioni Effigi) . Ad aprire l’incontro l’Assessore alla Cultura del Comune di Siena Lucia Cresti, che ha sottolineato come la figura di Don Martino Ceccuzzi arricchisca notevolmente il patrimonio culturale della nostra città. E’ intervenuto poi il professore Mauro Barni, ex sindaco di Siena, riportando ricordi personali di Idilio Dell’Era conosciuto direttamente: la vita di campagna, il periodo fascista, la resistenza e l’ultimo periodo della vita trascorso ai piedi della Montagnola. La parola è passata poi a Francesco Rossi, presidente della Fondazione “Idilio Dell’Era”. Rossi ha ricordato come la Fondazione intitolata a Don Martino Ceccuzzi abbia come finalità la valorizzazione delle sue opere in prosa e in poesia, fino a poco tempo fa “sepolte” e dimenticate nella Biblioteca Comunale degli Intronati e mai veramente valorizzate come meriterebbero.

Analisi delle prose di Dell’Era - Ad analizzare nei dettagli le prose di Dell’Era è stato poi il noto critico letterario Romano Luperini, professore di letteratura italiana moderna e contemporanea all'Università di Siena. L’atteggiamento migliore per valorizzare le opere di Dell’Era, secondo Luperini, è quello di pubblicarle e farle conoscere al grande pubblico come ai critici, senza però innamorarsi preventivamente della sua figura carismatica e senza avere obiettivi di riabilitazione e riscatto. "Un autore di qualità medio alta che ben figura nel panorama letterario degli anni ’30 del Novecento" -sottolinea Luperini. "Prose, quelle raccolte nel volume “Malavalle”, che possono essere suddivise in due tipi: i racconti lunghi e i racconti brevi" - continua il critico. "I racconti lunghi sono prose lirico-descrittive che possono essere paragonate all’arte visiva dell’impressionismo pittorico" - spiega Luperini; "una narrazione che riesce ad indicare il punto di vista: è come se alla scrittura seguisse lo sguardo. Prose che rimandano a Fucini, Pratesi e Lisi, e che non possono non ricordare il senese Federigo Tozzi, il quale però appartiene ad una categoria ben più elevata.I racconti brevi invece sono semplici prose di impronta bozzettistica, privi di quegli aspetti lirico-descrittivi che determinano la qualità letteraria dei racconti lunghi".

La poesia - A concludere l’incontro è stata la poetessa Vera Franci Riggio, che ha commentato “Il canzoniere del fanciullo”: una raccolta di poesie per bambini. "Le poesie di Idilio Dell’Era" - spiega la poetessa - "sono apparentemente semplici ed infantili ma in realtà appartengono alla poesia colta.Metafore suggestive come quella che definisce il vento uno zingaro celeste e similitudini come quella della lucciola paragonata alla tenue luce di un cero sull’altare esprimono tutte le grandi doti espressive del poeta che le ha composte". Come ha sottolineato l’editore Mario Papalini, questi due volumi sono un modo per far conoscere alla città (e non solo) la figura complessa di Don Martino Ceccuzzi, con la speranza che queste prime pubblicazioni possano divenire per le opere di Idilio Dell’Era un vero e proprio “trampolino di lancio” verso il mondo della grande letteratura che conta.

Duccio Rossi

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