Racconti bonsai - Storia normale di sopravvissuti

il 16/06/2014 - Redazione

Se già il 10 giugno faceva quel caldo, chissà quali bollori avrebbe dispensato l’estate romana. Il cielo stipava l’afa sopra i tetti, le cornacchie parevano più disperate del solito. A piazza Venezia un’enorme bolla di scirocco impiombava la moltitudine degli astanti, i fiati, le braccia protese, i boati che si alzavano ogni qualvolta la mascella del duce riposava in studiate pause. “Un’ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria … L’ora delle decisioni irrevocabili”. La radio riecheggiava il delirio per le strade, negli androni, sul trasudato barocco dei marmi. Ma in un vicolo dietro San Lorenzo altre erano le urla che arrivavano dalla casupola di Pietrino Antonucci dove la moglie Mara partoriva con difficoltà.

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