Quel giorno che Il futuro crollò sul presente

il 11/09/2011 - Redazione

Correva – o comunque teneva il passo verso la conclusione – l’anno 2001. Garruli e contenti eravamo lì a zompare sul proscenio del terzo millennio come bambini sopra il palco della recita scolastica. Non perché la situazione fosse proprio esaltante, ma in ragione di un moderato ottimismo che quel principio di secolo trasmetteva nonostante-tutto. La corte suprema degli Stati Uniti aveva dichiarato George W. Bush vincitore delle elezioni presidenziali, una non-personalità di spicco, incerto nell’eloquio, dalle poche idee ma confuse. Il prodotto interno degli Usa veniva sorpassato di due punti da quello europeo. Si era dovuto assistere allo scempio, per mano talebana, dei Buddha giganti di Bamiyan, colpevoli di essere nati troppo prima dell’Islam. Un papa tremante, accartocciato sulla propria sofferenza aveva chiuso i battenti della Porta Santa, già santo pure lui. L’Italia era alle prese con la mucca pazza e con il secondo governo Berlusconi.

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Luigi Oliveto

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