Quattro animali in viaggio, in un libro la straordinaria avventura di Piero Bossi e dei suoi speciali amici

il 16/09/2011 - Redazione

Ci sono quelli che un giorno, di punto in bianco, mollano tutto e partono per un lungo viaggio. A piedi, in auto, in bicicletta. Per vedere posti nuovi, alla ricerca di qualcosa o anche solo per cambiare aria. Da soli, con moglie o marito, con tutta la famiglia. Piero Bossi, personaggio fuori dagli schemi, agricoltore e naturalista dall’animo nomade, è invece partito insieme a una cavalla e due cagne, che lo hanno accompagnato in giro per l’Italia, in una sorprendente avventura tra strade secondarie e sentieri poco battuti. Il diario scritto nel corso di quell’esperienza è diventato oggi un libro, intitolato Quattro animali in viaggio (Mauro Pagliai Editore) e scritto a quattro mani con Linda De Angelis.

Il racconto di viaggio - È il primo maggio del 1999 e Piero, quarantasei anni, un passato di lunghi soggiorni in autostop e vita on the road, decide di lasciare la sua azienda agricola di Samarate (provincia di Varese) per raggiungere a piedi Siena, con l’idea di ripartire poi verso nord e arrivare fino a Verona. Non porta con sé orologio, telefonino, bussola o GPS. In compenso, con lui ci sono tre femmine molto speciali: la cavalla Amana, il pastore tedesco Airin e la meticcia Rapi. “Volevo sfidare la natura”, racconta, “o meglio sfidare me stesso e vedere come me la sarei cavata. E mi sono preso parecchio tempo per compiere il percorso: sarei passato a trovare diversi amici, non volevo avere la fretta di ripartire subito e poi... non sapevo che ostacoli avrei incontrato”. Lungo il cammino, di ostacoli ne incontra parecchi. Deve affrontare stanchezza, disidratazione, viene perfino morso da una vipera. E anche gli animali (“ma in fondo eravamo animali tutti e quattro”, tiene a precisare) hanno i loro guai. Ma sono anche la compagnia più preziosa, indispensabile per andare avanti. E insieme ai problemi, che mai si rivelano insormontabili, arrivano per fortuna le soddisfazioni: la bellezza di paesaggi mai visti, la natura incontaminata della campagna, gli incontri tanto più preziosi quanto inaspettati. Di cui uno, in particolare, è destinato a lasciare il segno. Piero conclude la sua avventura a ottobre, dopo sei mesi difficili ma che lo hanno cambiato profondamente. “La mia natura di girovago si è rafforzata, oggi non riesco a stare a lungo nello stesso posto. Ho imparato a condividere apertamente pensieri ed emozioni. Ma più che altro ho imparato il distacco da tutte le cose, anche dal dolore e dalla paura. Fa parte dell’essere nomade. Del mio essere animale”.

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