Quando i funghi giocano a nascondino. In un libro storie di boschi e ricordi di vita in Toscana

il 05/10/2010 - Redazione

Nascono dopo i grandi acquazzoni, ma temono il freddo. Li trovi nei punti più scoperti delle foreste più fitte, ma anche negli angoli più coperti dei boschi più radi. Crescono sempre nelle stesse zone ma, anche per chi le conosce a memoria, non sempre è facile scorgerli: come se giocassero a nascondino. Cercare i funghi è una questione di osservazione, memoria, pazienza e naturalmente fortuna. Lo sa bene Vario Cambi, dirigente industriale in pensione, che da quarant’anni trascorre nei boschi ogni momento libero, e che dei funghi ha fatto sì una scienza, ma prima di tutto una passione. Nel suo libro A nascondino coi funghi. Storie di boschi e ricordi di vita in Toscana (Sarnus) racconta i momenti indimenticabili trascorsi col padre o con la moglie in cerca di porcini, ovoli, prugnoli e galletti, prodigandosi in trucchi e consigli per chiunque volesse diventare ‘fungaiolo’ o anche solo passare un pomeriggio all’aria aperta diverso dal solito. O ancora per chi, non necessariamente attratto da boschi e ruscelli, desiderasse preparare in casa qualche ricetta particolarmente succulenta (una su tutte, il brasato di vitello con i porcini).

La vita in campagna - Ma il libro di Cambi non è soltanto una guida o un ricettario, ma qualcosa in più: tornando indietro agli anni dell’infanzia, quando affrontava le prime escursioni e imparava a conoscere le foreste intorno a casa sua, l’autore ricostruisce un mondo ormai dimenticato, quello della vita in campagna e delle tradizioni rurali di cui oggi restano soltanto poche tracce. E i suoi ricordi spaziano dalla mietitura del grano alla festa della trebbiatura, passando per la semina del granturco e la macellazione del maiale. E ancora le compravendite ai mercatini (o dai “trecconi”, i commercianti ambulanti), le partite a carte al circolo, le merende in mezzo ai campi. Per poi tornare, inevitabilmente, al bosco, di gran lunga l’ambiente preferito dell’autore, e quindi alle lunghe passeggiate con il padre, in cerca di un ovolo, una vescia, o anche soltanto un po’ di tranquillità e frescura.

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