Puccini contro tutti. Beatrice Venezi presenta la biografia sui generis di un genio anticonformista

Torre Del Lago il 01/08/2024 - Redazione
Proseguono le celebrazioni pucciniane per i 100 anni della scomparsa del maestro e domani sera, venerdì 2 agosto, si terrà un doppio evento al 70mo Festival Puccini a Torre del Lago. In occasione del secondo appuntamento in cartellone con Manon Lescaut, tra le opere più difficili di Puccini, per la regia di Massimo Gasparon e la direzione d’orchestra di Beatrice Venezi, quest’ultima terrà un pre-show con la presentazione del suo nuovo libro “Puccini contro tutti – Arie, fughe e capricci di un genio anticonformista” (Utet). L’evento, in collaborazione con la Fondazione Simonetta Puccini, si terrà nell’auditorium della Villa Museo Puccini alle 19.30 e sarà moderato dalla scrittrice e giornalista di Canale 50 Chiara Cini. Concittadina di Puccini, cresciuta nel suo mito, leggendone le lettere e le interviste, arrivata a suonare e dirigere le sue opere, Beatrice Venezi ha colto l’occasione del centenario pucciniano per scrivere una biografia sui generis del maestro di Torre del Lago.
 
Chi non ha provato almeno una volta a intonare la gloriosa romanza di Calaf nella Turandot, quando in attesa dell’alba canta «Vincerò»? Forse non tutti hanno presente il suo volto, o persino il suo nome, ma le parole e le melodie che hanno reso immortale Giacomo Puccini sono ancora oggi parte indissolubile della cultura popolare italiana. La carriera rivoluzionaria di Puccini comincia molto presto. Il suo talento è cristallino e, nonostante i melomani più snob arriccino il naso, ritenendo le sue opere troppo popolari e la sua musica troppo poco sofisticata per venire eseguita nei grandi teatri, il pubblico lo adora. Successo dopo successo, Puccini conquista l’Italia e l’Europa, diventando presto una celebrità planetaria.

Geniale e rivoluzionario, guascone sempre pronto allo scherzo e alle esagerazioni, amante delle donne ma anche solitario, amante dei motori e ammiratore di Richard Wagner, appassionato di caccia e celebre buongustaio, Puccini non è stato solo un compositore importante, capace di fornire all’opera un punto di riferimento con cui tutti i musicisti successivi dovettero confrontarsi, ma anche una figura sfolgorante nel panorama mediatico. Fu, per esempio, tra i primi a diffondere immagini e video della sua vita privata, come una sorta di antesignano dei moderni influencer, non disdegnò di fungere da testimonial pubblicitario, nella sua concezione della regia operistica fu capace di anticipare il ritmo narrativo dei film, si mosse instancabilmente in giro per il globo e tra le prime pagine dei giornali. Il libro di Beatrice Venezi racchiude undici racconti, undici momenti di vita con la colonna sonora delle opere di Puccini, a formare una sinfonia di emozioni, sorprese, aneddoti che compongono il ritratto luminoso di un genio controcorrente. Subito dopo la presentazione del libro, Beatrice Venezi, come già detto, sarà impegnata a dirigere l’orchestra per Manon Lescaut al grand Teatro all’Aperto del Festival Puccini alle ore 21.15.
 
“Manon Lescaut è un’opera che purtroppo non fa parte del grande repertorio e non viene eseguita molto spesso perché è un’opera difficile per il pubblico, ma soprattutto è difficile da eseguire, sia musicalmente che registicamente parlando - spiega Beatrice Venezi, raggiunta tra una prova e l’altra -  È un’opera in cui Puccini sembra voler dimostrare, dopo l’insuccesso di Edgar, di saper fare tutto, spinto anche da un grande slancio di gioventù: inserisce dei pezzi di genere come i madrigali, i minuetti, grandi concertati in stile verdiano, le grandi arie con la melodia all’italiana e poi l’uso dei leitmotiv che è tipico invece della scuola tedesca. Insomma c’è tutto quello che si poteva fare e immaginare e anche di più in quest’opera che è una grande dimostrazione di tutto il suo talento. Per quanto riguarda l’allestimento sarà uno spettacolo piuttosto pop per cui penso che non ci sia modo migliore per festeggiare questo compositore. Puccini era talmente popolare che la sua musica, da molti teatri e da molti direttori, per lungo tempo, fu considerata musica “da sartine”. Io credo invece che abbia tutto il diritto di rientrare a pieno titolo e di far parte dei grandi compositori che hanno cambiato le sorti del ‘900 musicale in Italia e con lui, con la sua musica, sostanzialmente termina il melodramma italiano”.




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