Valutare l’impatto psicologico e sociale di una malattia grave sul paziente, migliorare la qualità della vita, limitare il rischio di conseguenze psicopatologiche che condizionino la vita futura del malato: questi gli obiettivi principali della Psico-Oncologia, disciplina che ha visto un’espansione decisiva negli ultimi vent’anni. Ma come nasce questa “superspecializzazione”? Quali sono esattamente le sue relazioni con l’Oncologia, la Psicologia, la Medicina Psicosomatica? Quali gli sviluppi futuri? Leonardo Fei, psichiatra e psicoterapeuta, fa chiarezza su molti di questi aspetti nel suo nuovo saggio intitolato "Psico-Oncologia", appena uscito nella collana «Medicina» dell’editrice fiorentina Polistampa.

La Psico-Oncologia è un settore della psicologia clinica nato per occuparsi in modo specifico del supporto alle persone che durante la loro vita incontrano la malattia neoplastica. Si è ormai imposta come uno dei capisaldi dell’assistenza in ambito oncologico, complice il vertiginoso incremento delle terapie antitumorali cui si è accompagnato un tangibile aumento della sopravvivenza al cancro. “Il miglioramento della qualità di vita tout court del malato oncologico”, spiega l’autore, “non può prescindere dalla qualità delle relazioni, nell’ambito dei luoghi di cura, tra l’attore principale, il malato stesso col suo microsistema familiare quando presente, e l’equipe curante nel suo insieme. Per questo l’affermarsi della Psico-Oncologia è andato ben oltre la delimitazione dei confini di un’area specialistica, configurandosi progressivamente come una dimensione caratterizzante l’approccio al malato oncologico da parte di tutte le figure coinvolte nella trincea assistenziale”. Il testo offre a chi desidera cimentarsi professionalmente in quest’area un panorama delle principali problematiche e criticità che si possono incontrare. Vengono inoltre forniti spunti per un approfondimento sulle diverse prassi psiconcologiche, rivolgendosi anche alla platea degli operatori addetti all’assistenza, per una riflessione sulle prassi attuali e future relative all’approccio e alla relazione col malato.