Profili senesi del Rinascimento, in un libro vita, vizi e virtù di alcuni protagonisti di un’epoca

il 29/06/2011 - Redazione

Un volume per tratteggiare la vita senese del Rinascimento, quasi come in un ideale percorso attraverso la città, in cui la dimensione politica compare solo lontanamente quale sfondo di un affresco connotato dagli aspetti “umani” dei protagonisti. È quello scritto da Maurizio Gattoni e pubblicato in questi giorni da Betti Editrice col titolo “Profili senesi del Rinascimento”.

La pubblicazione - La Repubblica viene inquadrata come Respublica, nella sua quotidianità, nella sua vita comune, nella sua dimensione urbanistico-architettonica e religiosa, mentre i protagonisti abbandonano il ruolo di personaggi per assumere i tratti delle persone, con quelle tipicità umane e sentimentali proprie degli individui. Un grande cantiere aperto, quello della Siena del Rinascimento, in cui Pio II, Pio III, i Piccolomini, i Petrucci, i Borghesi, i Bellanti e le più eminenti figure del Monte dei Nove e della politica cittadina si sono alternate e succedute con i loro vizi e le loro virtù e su cui l’autore offre aspetti inediti e una lettura nuova. Le vite di Pandolfo e Giacoppo, Alfonso e Fabio, nonché Raffaele Petrucci, di Borghese e Niccolò Borghesi, di Leonardo e Lucio Bellanti vengono ripercorse con stile leggero, talvolta ricorrendo all’ironia, proprio per sottolineare come, accanto ad importanti eventi generali, si nascondano e si celino pulsioni e stimoli “umanissimi”, spesso sostanziati su aspetti passionali e soggettivi, oltreché su ambizioni ed interessi particolari.

Siena oltrarno - Un sessantennio di vita senese rinascimentale è così ripercorso “tutto d’un fiato” sia nella vita dei predetti protagonisti sia nei luoghi ove essa si è svolta, tra Siena, Roma e Firenze. Proprio quest’ultima, è oggetto del capitolo conclusivo intitolato Siena Oltrarno, in cui il Gattoni di Torrealta propone una lettura comparata di come Siena emerge dalle opere di due illustri fiorentini, quali Dante e Machiavelli. Vengono confrontati specularmente Provenzano Salvani e la Siena ghibellina medioevale, come compare nell’opera dantesca, con i Petrucci e la Siena rinascimentale, come vengono inquadrati da Machiavelli: Dante come “persona informata sui fatti”, Machiavelli quale “testimone oculare”. Interessante è il parallelo che l’autore propone sia delle personalità dei due Principes Provenzano e Pandolfo sia del diverso approccio dottrinale proposto dal poeta e dal segretario della Cancelleria fiorentina nella ricerca della comprensione comportamentale ed ontologica dei rispettivi interlocutori, ideali nel caso dantesco, reali nel caso machiavelliano.

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