Si è tenuto ieri, martedì 24 maggio, alle ore 18 nella splendida cornice di Palazzo Rondinini a Roma, la presentazione del volume “I Marmi antichi del Palazzo Rondinini” , a cura di Daniela Candilio e Marina Bertinetti. Sono intervenuti, oltre ai curatori, Antonio Paolucci, direttore Musei Vaticani, Anna Maria Moretti, soprintendente per i Beni Archeologici di Roma, Marina Sapelli Ragni, soprintendente per i Beni Archeologici del Lazio, Claudio Parisi Presicce, direttore Musei Capitolini.
Il libro - Il volume è un prezioso catalogo, realizzato da Banca Monte dei Paschi di Siena, d’intesa con la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, che riassume e fa una ricognizione della collezione dei marmi del palazzo Rondinini in via del Corso, comprensiva di opere antiche, ma anche di sculture dall’antico. Inoltre viene presentata, per la prima volta, la collezione di quasi un centinaio di epigrafi latine e greche. Questa pubblicazione mostra quanto sia ancora cospicuo ed importante il patrimonio archeologico e storico-artistico di Roma, anche al di fuori delle raccolte dei musei pubblici ed è corredata da importanti e preziose schede, che permettono di ricostruire il percorso storico e storico-artistico della collezione attraverso i vari secoli. I capitoli raccontano le vicissitudini della collezione di antichità del palazzo, della raccolta epigrafica, della formazione e dispersione dei marmi e degli studi su di essi effettuati grazie ai documenti d’archivio, con un interessante saggio sulla testa di Bruto Minore appartenente al marchese Rondinini.
Il tema - Il palazzo Rondinini rivela ancora in alcuni ambienti il gusto e le scelte ideali ed estetiche dell’antico proprietario, il marchese Giuseppe Rondinini (1725-1801), il quale volle realizzare all’interno dell’edificio progettato ed eseguito, intorno alla metà del 1700, da Gabriele Valvassori ed Alessandro Dori, un vero “museo Residenza”, dove si può cogliere la filosofia di un abitare quanto più possibile piacevole e intimo, confortevole e contemplativo. Il nome Rondinini o Rondanini è stato reso universalmente famoso ed illustre, proprio grazie alle opere eccezionali, che facevano parte della collezione. Basti ricordare, ad esempio, oltre alla celebrata Medusa e alla scultura di Alessandro il Grande, ora nella Gliptoteca di Monaco di Baviera, la “Pietà Rondanini” di Michelangelo, fino al 1952 nel palazzo, oggi conservata nel Museo del Castello Sforzesco di Milano.
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