Premio Castiglioncello Narrativa, Antonio Moresco vince l’edizione 2013 con “La lucina”

il 02/09/2013 - Redazione

È Antonio Moresco con “La lucina” (Mondadori) il vincitore del XXXVI Premio Narrativa Castiglioncello. La giuria del Premio composta da Maria Grazia Capulli (giornalista, inviata della redazione cultura del TG2) Carlo D’Amicis (redattore e conduttore di “Fahrenheit” di Radio Rai tre), Masolino D’Amico (docente universitario e critico), Lorenzo Greco (docente universitario), Angelo Guglielmi (critico, ex direttore di Rai Tre), Alice Santovetti (critica), Franco Cesati (segretario) ha scelto lo scrittore lombardo nella rosa dei tre finalisti che comprendeva oltre a Moresco, Rossana Campo con “Il Posto delle donne” (edizioni Ponte alle Grazie) e Teresa Ciabatti con “Il mio Paradiso è deserto” (Rizzoli).

L’autore – “La lucina” è l’ultimo romanzo dello scrittore nato a Mantova ma milanese d’adozione. Moresco ha esordito nella letteratura a 46 anni, nel 1993, pubblicando i racconti “Clandestinità” dopo un apprendistato letterario lungo 15 anni. Solo negli ultimi dieci anni, dopo anni di incomprensioni da parte del mercato editoriale e di stroncature da parte della critica, documentate nella raccolta “Lettere a nessuno”, è stato riconosciuto come uno dei maggiori scrittori italiani. Tra le sue opere più famose ricordiamo “Canti del caos”, “Gli incendiati”, “Gli Esordi”, “La parete di luce” e “Il combattimento”. "La Lucina" è un romanzo breve rispetto alle altre opere dello scrittore sicuramente più monumentali, ma ne ricalca lo stile e il senso.

Il romanzo - Moresco racconta la storia di un uomo che vive in totale solitudine in un vecchio borgo abbandonato, tra i boschi lontano da tutti. Un mistero turba il suo isolamento ogni notte, sempre alla stessa ora il buio è spezzato da una lucina che si accende sulla montagna, proprio di fronte alla sua casa di pietra. Un giorno l’uomo si spinge fino alla luce e trova un bambino che vive anche lui solo in una casa nel bosco e sembra uscito da un’altra epoca. Chi sia e che cosa ha in comune il bambino con l’uomo, lo si scoprirà a poco a poco, avvicinandoci al cuore di questa storia dall’inaspettato finale. Ancora una volta Moresco mette in scena una meditazione commossa sul senso dell’universo e della vita, in un dialogo continuo con gli esseri che popolano i boschi. Come Leopardi riflette sulla solitudine e sul dolore dell’esistenza, ma anche su ciò che lega uomini e animali, vivi e morti. “Tra Leopardi e Il Piccolo Principe, il libro indimenticabile di un grande maestro della scrittura.”

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