Peter Greenaway sarà ospite sabato 28 giugno del MuSA, il Museo virtuale della Scultura e dell’Architettura di Pietrasanta, in occasione della rassegna Scolpire il tempo - Mindcraft, curata da Alessandro Romanini, direttore della Fondazione Centro Arti Visive di Pietrasanta. La manifestazione, che si tiene all’interno di Homo Faber, dedica al grande regista inglese le proiezioni di questo week end. Alle 18.30, Greenway terrà una lezione di cinema e presenterà i suoi video che verranno proiettati nelle serata di sabato e domenica.
L'incontro - Peter Greenaway, vero regista-artigiano che ama intervenire direttamente in ogni parte dei suoi film e video, come in una bottega artistica rinascimentale, è noto ai cinefili per film come I Misteri del Giardino di Compton House (1982), Il Ventre dell’Architetto (1987), Il Cuoco, il Ladro, sua Moglie e l’Amante (1989), L’Ultima Tempesta (1991), fino ai recenti Nightwatching (2007), Goltzius and the Pelican Company (2012) e l’ultimo dedicato al regista russo Eisenstein (Eisenstein in Guanajuato, 2014).
L'evento - L’incontro al MuSA, curato da Alessandro Romanini, offre anche l’occasione per svelare aspetti inediti dell’opera di Greenaway, figura di artista eclettico, che ha saputo nel corso della sua carriera ultra cinquantennale alternarsi in maniera armonica fra i campi più disparati dell’arte. Pittore di formazione, Greenaway è anche scrittore, curatore di mostre (tra le quali si ricorda “Flying Out this World” al Museo del Louvre nel 1994 e “Stairs 1 Geneva” nella città svizzera e “100 Objects to Represent the World” a Guanajuato in Messico), produttore di documentari (numerose le sue regie, tra le quali si ricordano Lumière et Compagnie del 1995, dedicato al pioniere del cinema e Rembrandt’s J’Accuse sul pittore fiammingo), appassionato cultore di musica (è ultra decennale la sua collaborazione con il musicista Michael Nyman e con altri compositori come Wim Mertens ed ha dedicato documentari a figure come Mozart, John Cage, Meredith Monk, Robert Ashley, Philip Glass) e infine film editor per il British Office of Information a partire dal 1965. A tutto questo, si aggiunge la sua attività di progettazione e realizzazione di installazioni multimediali su larga scala, ospitate in numerose città in giro per il mondo. Tra queste, l’ultima in ordine di tempo è The Towers/Lucca Hubrys, prodotta lo scorso anno a Lucca da Change Perfoming Arts, promossa e finanziata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e realizzata in collaborazione con il Lucca Film Festival e con Aldes, il cui catalogo verrà presentato in anteprima nel corso della serata al MuSA. Ma soprattutto è indispensabile ricordare la sua inesausta attività di sperimentatore video. È quest’ultimo aspetto quello più interessante e che verrà messo in risalto nel corso dell’incontro con il regista. Greenaway è stato tra i principali pionieri della sperimentazione delle nuove tecnologie audiovisive (a partire dagli anni ‘80 con il paintbox), come testimonia la serie televisiva dedicata alla Divina Commedia di Dante (Dante’s Inferno) prodotto dalla BBC nel 1989, realizzata in collaborazione con l’artista Tom Phillips, che sarà proiettata domenica 29 giugno al MuSA, nella serata dedicata alle produzioni video in onore del sommo poeta. Come afferma lo stesso Greenaway, il suo cinema si sostanzia della sua formazione pittorica, ed è proprio attraverso le componenti del medium pittorico che rinnova i canoni della visione contemporanea e ridona nuova vita al mezzo cinematografico. Il suo legame con la pittura e la storia dell’arte, quella italiana in particolare, è evidente nella sua filmografia, specie in opere come Prospero’s Book che appare come una vera e propria cornucopia di citazioni pittoriche dal Rinascimento italiano, passando per film come quello dedicato a Rembrandt (Nightwatching).
Alcuni temi - Anche l’architettura (quella italiana classica fa la parte del leone) rientra nei temi prediletti (si veda Il Ventre dell’Architetto girato a Roma) come pure la musica (M is for Man, Music, Mozart) e la danza (Rosa del 1992, realizzato sulle coreografie di Anne Teresa De Keersmaeker).
La scienza e la tecnologia, infine, hanno sempre affascinato l’artista britannico, che ne ha fatto spesso il tema di produzioni cinematografiche e video (Darwin del 1992) e soprattutto ne ha utilizzato le innovazioni digitali, per poter realizzare film, intervenendo su ogni componente visiva come un pittore sulla tela. Questa sua “artigianalità” nella realizzazione cinematografica, ne fa un simbolo ideale per celebrare quest’edizione della rassegna audiovisiva Scolpire il tempo – Mindcraft e della mostra Homo Faber, dedicate agli artigiani di Pietrasanta ma che rappresentano anche un tributo a Michelangelo in occasione del 450° anniversario della morte. L’incontro sarà soprattutto l’occasione per ripercorrere insieme al regista la mappa della sua poetica, i temi principali che l’hanno caratterizzata, dal sesso alla morte, passando per la pittura e la scrittura, il cibo e il corpo, la paura del volo e l’acqua e i misteri dell’esistenza umana che lo hanno da sempre affascinato.
In agenda - Il giorno precedente, venerdì 27 giugno, si tiene la giornata di proiezioni ‘In difesa dell’insegnamento della Storia dell’Arte nelle scuole. Un percorso nella Storia dell’Arte Contemporanea in 4 proiezioni”: alle 18.30 Piero Manzoni artista di Andrea Bertinetti (52’), alle 20.00 Alighiero Boetti. Niente da Vedere Niente da Nascondere di Emidio Greco (60’), alle 21.00 Twenty-One-Twelve. The Day that World didn’t end di Michelangelo Pistoletto e Marco Martinis (123’) e alle 23.00 Gino De Dominicis. L’Immortale di Giorgio Treves (30’).
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