Si paragona al Firmino di Sam Savage che si ciba di libri per non morire di fame ed è riuscita a fare della sua più grande passione un lavoro. Mèsy Bartoli gestisce lo Studio Bibliografico “Libro Volante” a San Casciano Val di Pesa e vive praticamente immersa in pubblicazioni di vario genere. In particolar modo si occupa di “rarità” e, proprio in virtù della sua grande esperienza, si è occupata di coordinare “I colori del libro. Mostra mercato del libro antico, usato e d’occasione” in programma il 24 e 25 settembre a Bagno Vignoni.

Il primo spunto di riflessione, dunque, non può che essere relativo ai punti di forza e di debolezza dei mercati del libro usato…
“La forza dei mercati del libro usato sta nella possibilità di scovare volumi altrimenti introvabili e nel confrontarsi con persone che subiscono il fascino della carta stampata. La debolezza, in questo momento, sta nella crisi economica che toglie ossigeno ai mercati e ne compromette lo sviluppo; e purtroppo sta anche nella poca presenza di giovani che si interessano ai libri”.
Cosa cercano le persone in questo tipo di mercati?
“Il collezionista cerca il libro raro, l’edizione ormai esaurita, la prima edizione di un testo famoso, il volume illustrato da un grande disegnatore o il libro mancante per completare una collezione. L’amatore cerca un po’ di tutto, anche le cose più strane. E capita spesso anche la persona che cerca con nostalgia il libro della propria infanzia”.
Pensi che in prospettiva i mercati del libro continueranno ad avere successo o viceversa scompariranno?
“Purtroppo in piena crisi economica questo genere di libro è un articolo non necessario. Sarà quindi difficile prevedere uno sviluppo dei mercati a loro dedicati ma non è neppure pensabile una scomparsa”.
Oggi non si fa che parlare di eBooks, eppure c’è chi ha deciso di investire nel libro antico. Perché?
“Il libro è alla base del sapere e quello antico, in particolare, rappresenta la storia del sapere umano. Investire nel libro antico è come possedere una parte di sapienza e cercare di tramandarla. Sono molto attratta dalle potenzialità degli eBooks, anche se confesso che inizialmente mi ci sono approcciata con diffidenza essendo abituata a sfogliare la carta antica, a gustarne l’odore e il colore. Ad ogni modo credo che aprirsi alle nuove tecniche di lettura significhi investire nel futuro ed è un bene che la nuova tecnologia vada incontro al passato e viceversa”.
Spesso si tende a conferire al termine “usato” un’accezione negativa. Tu a cosa lo associ?
“Nel caso del libro il termine usato non ha per me un’accezione negativa; forse lo sostituirei con appartenuto. Il fascino di un libro che ha attraversato i secoli, è già stato letto e vissuto da altre persone sta nell’immaginare chi lo abbia posseduto nel tempo, in quale scaffale sia stato riposto e quali emozioni e riflessioni abbia suscitato”.
Come ci si trova nella doppia veste di venditore e acquirente?
“In genere acquisto più per me stessa che per gli altri e in fondo mi dispiace sempre vendere un libro. Capita solo alcune volte di acquistare su commissione e se succede qualche volta di troppo mi annoio. Quando sto per acquistare un libro antico che ho cercato per tanto tempo o che appare improvvisamente nascosto fra tanti altri vengo presa da una febbre speciale, la febbre del possesso fine a se stesso, che non mi lascia fino a quando non me ne sono impadronita; ed allora comincio a toccarlo, a sfogliarne le pagine con timore, a leggere qualche riga qua e là e tutto questo diventa quasi un piacere fisico. E credo che questo accada un po’ a tutti i collezionisti”.

Simona Trevisi

SOTTOTORCHIO
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E’ difficile scegliere quando dei libri ne hai fatto il tuo mestiere
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