“Opus Florentinum” in scena a Santa Maria del Fiore, il 14 novembre Firenze ricorda Mario Luzi

il 13/11/2014 - Redazione

A cento anni dalla sua nascita, Firenze ricorda il poeta Mario Luzi. E lo fa venerdì 14 novembre con una serata evento nell’ambito del convegno “Mario Luzi. L’umanesimo della poesia”, nella cattedrale di Santa Maria del Fiore (ore 20,45).

La pièce - Momento centrale, la rappresentazione dell’Opus Florentinum con la regia di Giancarlo Cauteruccio, promossa dall'Opera di Santa Maria del Fiore, Comunità di San Leolino, Servizio Nazionale per il Progetto Culturale-Cei, Regione Toscana, Fondazione Toscana Spettacolo, Teatro Studio Krypton, Banca Federico del Vecchio in collaborazione con Toscana Oggi e il patrocinio del Comune di Firenze. L’incontro sarà aperto dal saluto del Cardinale Giuseppe Betori e dalla lettura di Giuseppe Langella, direttore del Centro di ricerca «Letteratura e cultura dell’Italia Unita», sul tema “L’umanesimo di Mario Luzi e la poetica dell’incarnazione”. La serata sarà a ingresso gratuito (entrata riservata al pubblico da “Porta dei Canonici”) senza prenotazione.

L'amore di Luzi per Firenze - Nel 1999 Mario Luzi rese omaggio alla sua Firenze dedicando alla Cattedrale di Santa Maria del Fiore, simbolo della città, il testo “Fiore nostro fiorisci ancora”, di cui Giancarlo Cauteruccio curò una messa in scena. Questo sodalizio segnò l’inizio di un viaggio che ha portato il poeta e il regista a lavorare sull’opera. Infatti, se la prima stesura si componeva soltanto di due momenti fondamentali (La parlata operaia e il monologo finale di Santa Maria del Fiore), successivamente Luzi, creò Opus florentinum, arricchendo il precedente testo con sei nuove scene (Camminata verso casa, Nel grande spiazzo, Santa Reparata, Tra due monache, Parlata dei mercanti, Nel silenzio dei canonici).

La cattedrale come palcoscenico - Cristina Borgogni nel ruolo di Santa Maria Del Fiore, Patrizia Schiavo nella parte di Santa Reparata e Massimo Grigò che interpreterà Il Canonico insieme al soprano Monica Benvenuti e a tutti gli altri attori e musicisti che animeranno la scena, daranno vita ai personaggi immaginati da Luzi attraverso un dialogo costante con la sacralità dell'architettura, arricchito dalle musiche originali Hidehiko Hinohara. Nello scenario unico nel suo genere della cattedrale fiorentina, le loro voci formeranno attraverso la riverberazione acustica della Chiesa, una forma oratoriale che sintetizza il racconto in cui immanenza e spiritualità s’intersecano per generare un canto unico. La scenografia collocata nella navata centrale, sullo sfondo del grande ingresso, si aprirà idealmente alla città di Firenze insieme al personaggio di Santa Maria del Fiore, in una visione scenica che, in occasione del Giubileo del 2000, tanto affascinò ed entusiasmò lo stesso Mario Luzi. E la luce metaforicamente unirà l’interno con l’esterno, la città con il suo Duomo. In questa “cantata sacra” l'autore narra la genesi della Cattedrale e di come quest'opera sia stata fortemente desiderata dai mercanti e dal popolo. L'arte e la ricchezza, la fede e l'intelligenza, mescolandosi insieme, riuscirono a dar vita a una delle più maestose attestazioni di architettura sacra che caratterizza Firenze ancora oggi, rendendola nota e celebrata ovunque nel mondo.

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