"Non sei nessuno". E divenne un luminare. Presentazione giovedì 10 settembre alla Melbookstore di Firenze

il 10/09/2009 - Redazione

"Non sei nessuno, non ti conosce nessuno, non conosci nessuno". Suona così, nuda e cruda, la dichiarazione di guerra che ciascuno prima o poi si è sentito fare. È toccato anche al chirurgo Guido Barbagli, un luminare della medicina che oggi non sarebbe tale se il degrado culturale dell'università avesse avuto la meglio sul suo talento. Ora quella frase è diventata un titolo: "Non sei nessuno", edito da edizioni Polistampa (96 pagina, 9 euro). Il volume sarà presentato stasera, alle ore 21, alla Libreria Melbookstore di Firenze (via de' Cerretani, 16/r) da Leandro Piantini e Maria Concetta Fozzer. Barbagli è attualmente il direttore del Centro Internazionale di Chirurgia Ricostruttiva dell'Uretra - da lui fondato nel 1999 ad Arezzo - che rappresenta un punto di riferimento nel mondo. Dopo una carriera costellata di successi e riconoscimenti internazionali ha deciso di trasmettere un messaggio ai nostri giovani che si avvicinano all'università: non arrendetevi di fronte alla casta.
Il libro narra le tappe di un'esistenza speciale...
È una storia personale, vera seppur romanzata che racconta la vita dal 1978 al 1999 di un chirurgo dentro e fuori l'Università italiana. Il libro stesso, come ha sottolineato un amico, sembra un intervento chirurgico su una parte fondamentale del nostro sistema sanitario. In sostanza rappresenta un invito ai nostri giovani a studiare e a lavorare con passione guardando senza paura al futuro. Volevo trasmettere agli altri il patrimonio della mia formidabile esperienza di vita.

Cosa è cambiato oggi rispetto al passato nell'università?
Nulla. Il degrado culturale persiste. Per capire cosa sta succedendo nell'università oggi basta leggere l'articolo apparso di recente sulla stampa nazionale dal titolo "La mafia della prostata" che dimostra a quali livelli siamo arrivati e che il problema è sempre attuale. È un intervento giornalistico molto aggressivo, in senso positivo, realizzato con un tono che non raggiungo mai nel mio libro. La crisi nell'università è anche testimoniata dalla continua fuga di cervelli dall'Italia verso l'estero documentata dai nostri giornali.

La Regione Toscana ha fatto della battaglia al nepotismo un punto di principio...
Ogni passo in questo senso è il benvenuto perché non serve ai vecchi, a quelli già sistemati, bensì ai nostri giovani. L'Italia è piena di situazioni di nepotismo incontrollato e qualsiasi iniziativa che si ponga lo scopo di debellare il problema è encomiabile, specialmente se è a carattere istituzionale, perché la questione è talmente complessa e articolata da coinvolgere aspetti economici e culturali radicati nella struttura stessa dell'università.

intervista di Claudia Renzi

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