Mentre sale la febbre del true crime, visto, ascoltato e letto da decine di migliaia di appassionati, arriva in libreria
Nero 900. Una serie che ricostruisce i casi più famosi della cronaca nera italiana del Novecento, a firma di scrittori emergenti della scena letteraria italiana. Martedì 22 ottobre alle 18.30 alla libreria Giunti Odeon di Firenze, in piazza degli Strozzi 2,
Gianni Biondillo,
Francesca Mogavero e
Alessandro Gorza presentano i primi due volumi della nuova collana in dialogo con
Iacopo Gori.
Menti criminali che hanno segnato le pagine di cronaca nostrana nel secolo scorso e turbato le coscienze. Personalità deviate che sono state inseguite, smascherate, incriminate – talvolta ingiustamente –, prima del RIS, delle telecamere di sorveglianza, dei tabulati telefonici e di internet. Vere e proprie cacce all’uomo – o alla donna – negli anditi oscuri del nostro Paese, in una mappatura noir che non lascerà scampo: dalle Dolomiti alla Pianura Padana, da Roma a Milano, da Torino a Genova, a Marsala. Scrittori emergenti della scena letteraria italiana, guidati da Gianni Biondillo, ricostruiscono le catene di eventi e le atmosfere per incontrare il gusto dei più esigenti conoscitori del genere.
IL MOSTRO DI ROMA
Il caso Girolimoni
-1924-
«Il mostro di Roma è un’ombra, è l’uomo nero che i bambini hanno paura di vedere sotto il letto. È l’innominabile che perseguita le notti, che fa avere gli incubi.»
Alessandro Gorza nasce in Veneto e vive a Milano. Ama le birre scure, la musica rock ad alto volume e i film horror anni Ottanta. Pensa che Stephen King sia il più grande scrittore vivente e si definisce “un tipo poco raccomandabile”. Ha pubblicato i suoi racconti su
Wertheimer e
NazioneIndiana.
LA SAPONIFICATRICE DI CORREGGIO
Il caso Cianciulli
-1939-
«Sì, gli elementi ci sono tutti, non pare anche a voi? La storia di Leonarda, delle sue vittime, della sua famiglia e della sua città d’adozione è una fiaba, una di quelle antiche e selvagge, ascoltata dai fratelli Grimm sul limitare della Foresta Nera. Una fiaba. Perché non c’è niente di vero. O quasi.»
Francesca Mogavero, classe 1986, è torinese di nascita, lucana e siciliana d’origine e monferrina di recente adozione. Lavora in ambito editoriale dai tempi dell’università e ha pubblicato racconti in riviste e antologie. Ama i Doors ma anche il Boléro, i Jefferson Airplane, Joe Strummer, le fiabe, il vino rosso e tante altre cose. Vive tra le colline con un marito e quadrupedi in numero variabile.
Nel 2021-2022 ha vinto una borsa di studio per la Scuola annuale di Scrittura Belleville (Milano).
Gianni Biondillo, milanese, architetto, è autore per il cinema e la televisione, scrive su quotidiani e riviste nazionali articoli di tema artistico, letterario e politico. Nel 2004 ha esordito con il romanzo
Per cosa si uccide, primo della lunga serie dedicata all’ispettore Ferraro. Si occupa di narrativa di genere, psicogeografia, architettura, viaggi, eros, fiabe e i suoi libri sono oggi tradotti in varie lingue europee. Tra gli altri, ha vinto il Premio Scerbanenco (2011), il Premio Bergamo (2018) e il Premio Bagutta (2024).
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