Nel popolo più antico del mondo. Una generazione che va perduta

il 17/03/2014 - Redazione

In tutte le guerre, a vincere è solo la guerra. E nella guerra si perdono vite umane, piccoli e grandi beni, ragioni d’esistere. In questi giorni giungono notizie terribili dalla Siria, dove, al quarto anno di guerra civile, la situazione umanitaria è diventata insostenibile. Sul web circola una foto che mostra, fuori dal campo profughi di Yarmuk, una folla – una stipata umanità di stracci, fame e disperazione – in attesa di una razione di cibo. Amnesty International denuncia che: “Assad usa la fame come strumento di assedio, impedendo l’ingresso di cibo e aiuti umanitari nel campo”. I siriani colpiti dal conflitto sono 9,3 milioni, di cui 5,5 milioni bambini bisognosi di assistenza. Già ne sono morti più di 10mila, oltre 8mila hanno raggiunto i confini della Siria senza genitori; 3 milioni (il 40% di quelli in età scolare) non vanno a scuola, anche in considerazione del fatto che ben 4.072 edifici scolastici sono stati distrutti o occupati come rifugi. E ancora. Bambine date in spose a uomini ricchi e viziosi, ragazzini trasformati in cecchini.

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