“Necessario potenziare il ruolo sociale delle biblioteche”. Parla Mauro Guerrini, presidente Aib

il 05/11/2010 - Redazione

Tre giorni per discutere del futuro delle biblioteche nell’epoca della globalizzazione e del mondo digitale. Si è tenuto a Firenze, dal 3 al 5 novembre, il 56° Congresso dell’Aib, Associazione Italiana Biblioteche, organizzato in collaborazione con il ministero per i Beni Culturali, Regione Toscana e Ambasciata americana a Roma. “Accesso libero alla conoscenza. Accesso libero alla biblioteca”, questo il tema che ha fatto da fil rouge agli incontri a cui hanno partecipato, oltre ai rappresentanti delle principali biblioteche italiane, anche politici e docenti universitari.

La biblioteca come epicentro formativo - Oltre che monumento urbano di tendenza, luogo di aggregazione e scambio di idee, la biblioteca si fa epicentro formativo di una comunità che possa dirsi veramente democratica: “La biblioteca, oltre ad essere luogo sacro per la custodia del sapere – afferma il presidente di Aib Mauro Guerrini -, si traduce in un vero e proprio presidio della democrazia, poiché agisce da mediatore culturale incentivando il dialogo, garantisce l’equilibrio e la pluralità dell’informazione e rende la cultura una risorsa per l’intera comunità”. Come ha sottolineato Guerrini aprendo i lavori del congresso, l’accesso per tutti alla conoscenza deve essere il paradigma della biblioteca contemporanea: “Garantirlo è importante come garantire la libertà di parola, sono due valori che s’inseriscono nello stesso percorso, quello proprio di una società democratica”. Un obiettivo che però in Italia non è stato ancora raggiunto: “Accesso aperto ai locali, alle raccolte tradizionali e digitali, ai servizi in sede e on-line. Sono finalità ovvie, ma forse non ancora realizzate in tutto il territorio nazionale”.

Necessario potenziare il ruolo sociale delle biblioteche - L’utente che entra in biblioteca ne esce come un cittadino arricchito e consapevole, ma perché ciò sia possibile, secondo Guerrini, “occorre rinforzare il rapporto con le istituzioni scolastiche, per educare le persone a saper gestire criticamente l’enorme quantità di informazioni che oggi sembrano a disposizione di tutti in ogni momento, ma che rischiano tuttavia di essere offuscate dall’analfabetismo di ritorno e inibite dal digital divide”. Solo così la biblioteca può trasformarsi in un vero e proprio polo d’attrazione: “è necessario potenziarne il ruolo sociale, farne luoghi di accoglienza, di pubblico incontro, di scambio e di confronto fra generazioni”.

La riduzione degli investimenti - Nel corso del convegno si è parlato anche della riduzione costante degli investimenti sulle biblioteche, che tuttavia possono e devono farsi promotrici di sapere, trasformandosi nel più potente dei social network: “Occorre ribadire la politica di accesso alla biblioteca senza barriere architettoniche e ideologiche, cosicché essa diventi la casa comune, il luogo d’incontro, il posto.

Matteo Leoni

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