"Montaperti vive tra storia e mito". Intervista allo storico senese Duccio Balestracci

il 07/09/2009 - Redazione

“La Battaglia di Montaperti rappresenta un orgoglio identitario senese che è vissuto fino ai giorni nostri grazie ai suoi fondamenti storici ma, nella stessa misura, grazie anche ai suoi caratteri mitologici. Attenzione però a non ridurre la gloria e l’identità storica e culturale della nostra città solamente a questo episodio . Siena ed il suo vanto non possono essere ridotti solamente alla mitizzazione della battaglia di Montaperti. La nostra città, nei secoli, ha visto un gran patrimonio di personaggi, aneddoti, episodi che avrebbero potuto diventare in eguale maniera “icona” della cultura senese. L’analisi storico-culturale della battaglia di Montaperti è quella di Duccio Balestracci, professore di Storia Medievale all’Università degli Studi di Siena. Ma è solo l’inizio di un vero excursus tra mito e storia del celebre episodio che , fino ai giorni nostri, è vissuto e vive correndo sui binari del mito e della storia. Un excursus che, nel racconto, e nell’intervista, si colora di aneddoti e di suggestiva  saggezza come di ineffabile spontaneità di fronte ad un professore universitario, un cittadino senese amante della propria città, un semplice appassionato dei libri e della letteratura. 

Qual è il significato della battaglia di Montaperti in ambito storico e in ambito mitologico?
Dal punto di vista storico innanzitutto Montaperti è una battaglia importante non per l’esito che Siena pensava potesse avere per la costruzione dell’egemonia ghibellina in Toscana, bensì perché rappresentò un processo di accelerazione nella conquista Papale Angioina del Regno meridionale. Le conseguenze della storia non sono mai correlate ai presupposti. La parte relativa al mito non è certamente meno importante. Il fatto che questa sia stata se non l’unica, una delle poche battaglie importanti vinte contro la plurisecolare nemica Firenze ne ha fatto un’icona.  Il 4 settembre 1260 è una data importante nell’immaginario collettivo dei senesi ma, come sottolineava Ranuccio Bianchi Bandinelli nel suo Diario di un Borghese, ricollegare tutta l’importanza storica e culturale di Siena alla sola Montaperti è estremamente riduttivo.

A quando risale l’inizio della mitizzazione?
Nel 1886 Giuseppe Rondoni diceva che Montaperti è stata la battaglia di Maratona  per i senesi ma in realtà il mito di Montaperti è nato molto prima quando, nel ‘400, i contadini della Berardenga si lamentano con il Comune di Siena perché dai vicini Comuni fiorentini arrivano le incursioni che gli devastano i campi e si lamentano sottolineando come ancora non fosse stata digerita la sconfitta del 1260. La gloria e il mito di Montaperti hanno rivissuto poi nel nostro territorio con periodo e valenza alterni a seconda degli accadimenti storici e anche socioculturali. I miti nascono su cose che sono esistite. Curioso, infine,  come il complice più famoso per la diffusione di questo mito ghibellino di Montaperti sia stato proprio il guelfo Dante. L’aspetto letterario ha, infatti,  un’importanza fondamentale per la mitizzazione di un episodio. 

Ma allora cosa ha contribuito di più tra storia e mito a portare la Battaglia di Montaperti in vetta al forte senso di identità senese?
Assolutamente in egual misura, anzi, proprio questo equilibrio tra storia e mito ha permesso che intorno ad un episodio venisse a crearsi un forte senso di appartenenza e identità che si è tramandato nei secoli.

Cristian Lamorte

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