Minatori di Maremma. Quella gente di poche parole

il 05/05/2014 - Redazione

Non fu un caso se Luciano Bianciardi, nel romanzo autobiografico che lo rese celebre, La vita agra (1962), raccontò di un uomo, volutamente anonimo, che lascia le campagne grossetane per trasferirsi a Milano con un preciso intento. Far saltare con la dinamite il grattacielo sede dell’industria chimica proprietaria della miniera di Ribolla, laddove il 4 maggio 1954, per uno scoppio di grisù causato da scarse norme di sicurezza, erano morti 43 minatori.

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