Matura lettura oltre la maturità. L’importanza della letteratura vista dai ragazzi

il 31/05/2010 - Redazione

Provate ad entrare in una classe quinta di un liceo a pochi giorni dall’esame di stato, a pronunciare due parole - esami di maturità e letteratura – e ad ascoltare le reazioni. C’è da rimanere sorpresi. Ma una volta tanto in positivo. Nell’epoca dei teenager che poi diventano bamboccioni, etichetta appiccicata con troppa fretta addosso ad una generazione che invece rischia di vivere in modo esasperato ed esagerato contraddizioni sociali evidenti, la letteratura, o come piace dire ai ragazzi la lettura in generale, mantiene un ruolo di primo piano nella loro formazione. E poco conta se non cadono nel tranello, fin troppo banale che provo a tendergli, di legare la letteratura all’esame di maturità. Gli esami sono una cosa, importante certo, ma che è circoscritta ad un periodo della vita. La lettura ti accompagna in un percorso di crescita. Un buon libro aiuta a sapersi confrontare con la vita di tutti i giorni e ad avere conoscenza e coscienza del mondo che ci circonda. La letteratura che si apprende a scuola finalizzata al solo esame di maturità perde di significato, meglio se ognuno prova a trarne un insegnamento per la propria vita, il famoso bagaglio culturale. Con l’esame che rimane pur sempre un momento di passaggio fondamentale nella vita di un adolescente che si affaccia ad un mondo nuovo, anche se forse, lo si percepisce, mette un po’ meno di ansie e paure delle tremende notti prima degli esami di qualche tempo fa. E allora la letteratura diventa una piacevole compagna di viaggio. “A me piace leggere – dice orgoglioso Leonardo – anche se i romanzi non mi entusiasmano. I miei generi preferiti sono la saggistica, i libri di scienza e quelli di filosofia. L’ultimo libro che ho letto? Il libro dell’ignoranza di Lloyd e Mitchinson”. E’ il tentativo di sfatare una serie di verità accettate e alcune ormai entrate nel linguaggio comune. Come a dire, io ho sete di conoscenza. Melania tra il serio e il faceto si definisce “coppia aperta”. Cioè? – domando. “La letteratura fatta a scuola mi piace ma non mi entusiasma, però se vedo un titolo che mi ispira lo leggo”. Un rapporto quasi mai mediato dalla scuola se non nella parte degli strumenti interpretativi. Come giustamente dovrebbe essere. In una discussione che si fa ogni minuto più interessante e sorprendente è Andrea a prendere la parola: “Sono molto legato alla letteratura – esordisce – perché vorrei intraprendere la carriera di attore di teatro. Adoro i linguaggi e le figure retoriche. Il fu Matia Pascal rimane uno dei miei libri preferiti, oltre ai romanzi di avventura e ai gialli”. Neanche il tempo di scrivere e Fiamma “la divoratrice di libri” – quando si annoia prende un libro e inizia a leggerlo – “leggo più biografie e storie reali, ma anche più libri contemporaneamente, perché arricchiscono le mie conoscenze. Sto leggendo Pirandello e il Doctor Faustus di Mann, ma anche la biografia di Elisabetta Tudor”. Ce n’é per tutti i gusti. Non solo lettura, ma anche scrittura. C’è chi come Marta dai libri prende ispirazione. E così finisce che invece di leggere, scrive. Oppure i personaggi della letteratura possono prendere forma e così diventano in alcuni casi dei buoni compagni di viaggio da ammirare (l’Andrea Sperelli, protagonista de Il piacere di D’Annunzio o la Lizzy Elizabeth Bennet di Orgoglio e pregiudizio di Austen che incarna la ragazza decisa e sicura di sé o Dorian Gray per Denise); in altri casi figure poco gradite come Zeno (de La coscienza di Svevo) ritenuto troppo inetto ed abulico o il fanciullino pascoliano troppo fragile da prendere ad esempio. E che dire di quei personaggi di cui si potrebbe addirittura subire il fascino. “Mister Darcy di Orgoglio e pregiudizio - sarebbe un mix perfetto di fascino e mistero” spiega Carlotta. Per non parlare della bellezza di Eleonora Duse o Salomè. Pessoa avrebbe detto “… la letteratura, come tutta l’arte, è la confessione che la vita da sola non basta..”. E questo insegnamento i ragazzi della V c del Liceo Linguistico San Bellarmino di Montepulciano sembrano proprio averlo appreso.

Cristiano Pellegrini

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