Massimo Salvianti di scena al Castello Pasquini di Castiglioncello con “La paura” il 28 gennaio

il 27/01/2016 - Redazione
In occasione del centenario dell’attentato di Sarajevo e dell’inizio delle ostilità che porteranno per più di quattro anni distruzione e morte in mezza Europa, uno spettacolo che affronta il tema della Grande guerra confrontandosi con un testo straordinariamente emozionante e forte: “La paura” di Federico de Roberto, racconto di trincea e fulminante spaccato narrativo nel quale si concentrano gran parte delle problematiche legate agli eventi di quegli anni, alle implicazioni sociali e al loro impatto sulla società italiana del tempo. Giovedì 28 gennaio alle ore 21.15 al Castello Pasquini di Castiglioncello, nella Sala del Camino, Arca Azzurra Teatro porta in scena “La paura”, tratto dall’omonimo racconto.
 
Lo spettacolo - Massimo Salvianti, attore monologante, accompagna il pubblico nella quotidianità della vita di trincea su uno dei più inospitali costoni delle Alpi Venete, dando voce al popolo della guerra intento a fare i conti giorno dopo giorno con la paura della morte, una varia umanità che si scambia battute in dialetti a volte così diversi tra loro da sembrare lingue totalmente estranee. La drammaturgia e la regia sono di  Daniela Nicosia che così illustra la regia del suo spettacolo: “Un uomo solo, racconta la sua storia, una piccola storia, nella grande Storia della prima guerra mondiale. Nella narrazione sono le parole “fragili” ad esercitare tutto il loro fascino, le parole del cuore che sanno parlare al cuore, che si schiudono alla nostra sensibilità, rivelandoci significati inattesi e trascendenti”. Le parole che mettono in gioco l’intimità di quell’ascolto che si fa accoglienza, dono per l’anima e per il pensiero. Paesaggi che spiazzano, si dispiegano nel racconto del tenente Alfani che - in terza persona - ci fa dono di sé, della sua umana “fragilità”, dell’umana disillusione nello sgretolarsi di ogni mito, di ogni ideale eroico, di fronte all’evidente portato di insensatezza di ogni guerra. In poche ore si consuma una strage piccola, solo un granello di polvere, nel quadro dell’immensa tragedia della Grande Guerra. Pochi uomini muoiono in quelle poche ore, per difendere una postazione perduta, isolata in un deserto, di neve e roccia. Poi l’improvvisa accelerazione, il tempo che si spezza, per ripiombare nella ciclicità, ineluttabile della morte, delle morti, inutili. È proprio Alfani, l’ufficiale, a mettere in discussione la necessità di obbedire “agli eroi da poltrona”, a quegli ordini assurdi, che condannano quei giovani a morire, senza possibilità di appello, uno dopo l’altro. La certezza della morte li invade, l’umana paura, seppur attraverso mutevoli approcci a quell’indiscusso gesto d’obbedienza, si rivela così quale vera protagonista della novella che, a soli tre anni dalla fine della guerra, nel 1921, non era ammessa alla pubblicazione, su “La Lettura”, il mensile letterario dell’interventista “Corriere della Sera”. Una cronaca di guerra quindi, quella di De Roberto, scandalosa nelle forme e nei contenuti, intrisa di un lessico desueto oggi, che ho, a tratti, volutamente conservato nella trasposizione drammaturgica, per trasfondere in essa il segno del cronista d’epoca, un’epoca, col suo “profumo”, che occhieggia seppur nell’assoluta contemporaneità.
 
Info - Posti limitati si consiglia la prenotazione. Biglietto posto unico 10 euro, ridotto 8 euro. Info e prenotazioni Armunia Castello Pasquini – Castiglioncello tel 0586/754202 - 759021 armunia@armunia.eu  www.armunia.eu
 
Torna Indietro

NEWS

Libri

x

Continuando la navigazione o chiudendo questa finestra, accetti l'utilizzo dei cookies.

Questo sito o gli strumenti terzi qui utilizzati utilizzano cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Chiudendo questo banner o proseguendo la navigazione, acconsenti all’uso dei cookie.

Accetto Cookie Policy
X
x