Una storia che inizia sottoterra milioni di anni fa alla ricerca del metallo più prezioso della terra: l’oro. E’ stato presentato a Milano “L’oro della Maremma. Viaggio fra storia, mistero e leggenda” di Fabrizio Boschi (Marco Del Bucchia Editore).

Il libro - “E’ una ricerca che prende ispirazione dai meravigliosi romanzi di Jack London senza però assomigliarci per niente” è il commento del suo autore che ha voluto raccontare “la storia dell’oro, questo metallo così bello e così prezioso che tanta attrazione ha suscitato nei secoli. Una storia fatta, di pionieri, avventurieri, cercatori, povera gente e schiavi – ha spiegato Boschi -. Fatta di pirati, di belle donne, di misteri e di morte. Perché dove c’è oro c’è sete di denaro, di potere, di vittoria. E l’Italia, sebbene non abbia mai avuto miniere importati, non è stata esente da questa corsa forsennata che ha lasciato dietro di sé lunghe scie di sangue e di sofferenze”. Il volume è incentrato sulla Toscana e sulla Maremma in particolare  che, con i suoi rigagnoli, le piccole sorgenti d’oro che in qua e in là ogni tanto hanno fatto capolino, ha avuto i suoi cercatori, piccoli e grandi che siano. “Si inizia dagli etruschi e poi i romani – ha spiegato il giornalista fucecchiese -, per arrivare ai giorni nostri con L'Eni, l'Agip e le grandi compagnie che hanno sfruttato lo sfruttabile finendo per non trovare nulla. Sono gli anni Settanta, Ottanta e Novanta del Novecento, gli anni dello sfruttamento, del monopolio statale, e delle grandi delusioni. Sprechi dettati dalla poca conoscenza che alla fine hanno portato all’abbandono. Poi sono arrivati i canadesi, la società Adroit, che adesso ha in mano le concessioni per le ricerche in tutto il sud della Toscana”. Una storia che nasconde, però, anche un alone di mistero. I leggendari racconti dei pionieri che hanno lasciato la Toscana per raggiungere l’Alaska e il Nord America alla ricerca del prezioso metallo, e che non hanno fatto più ritorno.