Un “classico” che continua a stupire per la sua modernità e originalità stilistica sarà protagonista della rassegna Lunedìlibri il 6 febbraio. L’appuntamento è alle ore 18 nella Sala Storica della Biblioteca degli Intronati di Siena con “Viaggio al termine della notte” (Corbaccio) di Louis Ferdinand Cèline. Il compito di presentare uno dei più importanti scrittori del XX secolo spetta a Cathèrine Maubon e Massimo Raffaelli mentre Ugogiulio Lurini leggerà alcuni brani del volume.
La pubblicazione – “Viaggio al termine della notte”, per la sua attualità, potrebbe sembrare quasi una novità letteraria. A parte il tema trattato - un’accurata esplorazione del genere umano e di come questi viva, o sopravviva all’esistenza -, il grande autore francese in questo capolavoro letterario sconvolge, a dispetto delle regole del suo tempo, lo stile della scrittura. Basta scorrere poche pagine per capire la rivoluzione che ha innescato. Mescola, con estrema abilità codici linguistici diversi: quello popolare con quello erudito. Il risultato è che, in questa storia, attraverso il protagonista, Bardamu, racconta il suo vissuto e quello della sua epoca.
Il racconto - La storia si sviluppa intorno al personaggio, medico come lui, che, per crescere, intellettualmente e spiritualmente, deve affrontare l’esistenza e quello che gli riserva. Una presa di coscienza che risulterà un allontanamento da quella realtà novecentesca impregnata dal sangue della Prima Guerra Mondiale, dalla corsa all’industrializzazione e dal miraggio infranto di conquiste coloniali. Céline vede e vive il tutto. Il suo è un romanzo che si può definire autobiografico. Dalle pagine emerge quello che ciascuno di noi vorrebbe vedere ma che non ha il coraggio di cercare. Tutto quello che ancor oggi cerchiamo di nascondere per non voler ammettere tutto quello che subiamo nella quotidianità. La sua è una riflessione profonda sulla vita e sui suoi valori. Sui perché e sui come la affrontiamo. Soprattutto su come viene “violentata” dai vari poteri che l’umanità mette in atto. Dal suo tormento interiore, dal suo passato e dal presente che frequenta nasce uno stile, un codice linguistico che rompe, anzi irrompe, con forza in quel lontano 1936, l’anno di pubblicazione di “Viaggio al termine della notte”.
Lo stile - Per raccontare la sua storia Céline non può adottare la cifra dei letterati a lui contemporanei. Deve rompere gli schemi e scrivere come si vive. Essendo medico riesce a usare la penna come un bisturi e con questo a far emergere una realtà empirica, scevra da falsi bendaggi e illusori ideali. Céline ama la vita e per questo lotta attraverso la carta affinché la sua e la nostra umanità riconosca i nemici da cui allontanarsi, le false dottrine, i reconditi istinti che annientano il bene.
L’autore - Il vero nome di Céline è Louis Ferdinand Destouches. Nasce a Courbevoie nel 1894 (morirà nel 1961), da un padre che, sicuramente, non avrebbe voluto e da una madre troppo succube del marito per poter aiutare il figlio in quel passaggio difficile che dall’infanzia porta all’età adulta.
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