“Posso immaginare come deve esserle apparsa la Città, al suo arrivo: una città molto femmina, una donna che riflette e moltiplica la sua avvenenza in mille specchi”. Una Venezia ricca di fascino e una donna misteriosa sono al centro del nuovo lavoro di Alfonso Lentini, intitolato Luminosa signora. Lettera veneziana d’amore e d’eresia e inserito da Mauro Pagliai Editore nella collana «Biblioteca di Letteratura» fondata da Enzo Siciliano. L’opera, arricchita da una postfazione di Antonio Pane, ha l’apparenza di una lettera d’amore concitata, fluviale e urgente che viaggia tra una dimensione sospesa e irreale ed una fortemente terrena.
La pubblicazione - Sullo sfondo di una Venezia travestita da fantasmagorica “città d’acqua” incontriamo un uomo ferito da un proiettile giunto chissà da dove, un padre che perde la ragione per averla troppo sfregata sulla superficie dei suoi sogni, un “suonatore di silenzio” che incanta il pubblico zittendo di colpo la sua orchestra. E una casa (“costruita dagli ebrei nel Cinquecento”) che si allarga e si restringe come la cassa di una fisarmonica. La destinataria della “lettera” è una figura fascinosa quanto sfuggente, forse reale o forse sbucata da un sogno, ma in ogni caso, come un ologramma o una creatura aliena, insensibile alle parole e ai sentimenti del suo interlocutore, evocando in questo la Luna leopardiana del Canto notturno: lontana e silenziosa, ma forse custode di verità negate agli umani. A partire dalla “luminosa signora”, l’opera arriva a poi misurarsi, per vie oblique e allusive, con alcuni temi forti del nostro tempo come la perdita del senso, le trappole della memoria e della scrittura, lo smarrimento di una generazione che voleva cambiare il mondo.
L’autore - Alfonso Lentini, di origini siciliane, ha alle spalle una vasta produzione che sconfina anche nei territori della poesia e delle arti visive. Fra i suoi libri La chiave dell’incanto (1997), Mio minimo oceano di croci (2000), Piccolo inventario degli specchi (2003), Cento madri (vincitore nel 2009 del premio Città di Forlì). Ha scritto saggi e recensioni per riviste come “L’Indice”, “Caffè Michelangiolo” e “Stilos”, concentrandosi su Antonio Pizzuto, Angelo Maria Ripellino e altri “irregolari”.
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