Sabato 17 giugno, alle ore 18.00, alla Libreria sopra La Penna di Lucignana (Lu), per la terza edizione del festival letterario Little Lucy, a cura di
Alba Donati e
Pierpaolo Orlando, organizzato da Fenysia – Scuola dei linguaggi della cultura, si inaugura “Il Giardino di Pia”, la mostra fotografica di
Flavia de Petri
che sarà visitabile fino a domenica 25 giugno. Interviene
Giovanna Duranti.
Pia Pera lasciò la metropoli per dedicarsi
al giardino e all’orto nel podere della sua famiglia nella campagna lucchese. Diventò una firma del
Sole 24Ore e di
Gardenia, scrivendo di erbacce infestanti e di cura delle piante. Quando le diagnosticarono una malattia iniziò a scrivere il suo capolavoro: "Al giardino ancora non l’ho detto"
(Ponte alle Grazie, 2016). A quel giardino che era un compagno di vita è dedicata questa mostra di foto inedite scattate anni fa da un’amica di Pia,
Flavia de Petri. Flavia ci fa un grande regalo, facendoci vedere quello che è stato per Pia Pera il luogo della felicità.
L’omaggio a Pia Pera si inserisce in un contesto ancora più ampio, è un fil rouge che attraversa la storia del festival e quello della poetessa Alba Donati, che come Pia decide di cambiare vita con la scelta di tornare nei luoghi della sua infanzia. La figura di Pia Pera ricorre molto spesso nelle pagine del libro di
Alba Donati, "La libreria sulla collina" (Einaudi, 2022), e i suoi titoli spiccano tra le richieste dei clienti della libreria, da ogni parte d’Italia.
Emanuele Trevi, ospite delle precenti edizioni del festival, ha raccontato una parte della sua vita nel romanzo "Due vite" (Neri Pozza), vincitore del Premio Strega nel 2021. A questi due libri si deve la meritata riscoperta e il crescente successo di una scrittrice colta e raffinata fra un pubblico più vasto di lettori.
“Una decina di anni fa – racconta
Flavia de Petri – ho avuto la fortuna di conoscere Pia Pera tramite amici e di ammirarne la profonda cultura, la sua ironia e il carattere deciso. La seguivo con interesse su Gardenia, sulla rubrica che teneva sul Domenicale de Il Sole 24Ore, sempre cose interessanti, mai banali, mai scontate. Ho letto i suoi libri e ammirato la sua scrittura. Quando sono andata a trovarla nel suo podere fuori Lucca, affascinata dai fiori, dalle piante, dagli alberi da frutto, dalle erbe e cespugli selvatici, dove tutto allegramente stava insieme, (un giardino/podere "spettinato", scomposto e vivace) le ho chiesto se potevo fare delle foto. Così tutte le volte che sono andata a trovarla, in stagioni diverse, con i colori mutati, i frutti diversi, ho passeggiato scattando foto, godendo di quella bellezza che Pia aveva creato con tanto lavoro e con tanto amore. Si percepiva una cura attenta e precisa, ma rispettosa della naturalezza di quelle speci viventi. Il suo ultimo libro, quasi un diario profondamente sincero della sua malattia, "Al giardino ancora non l'ho detto" l'ho letto e regalato a molti amici e ogni volta che lo riapro, in qualsiasi punto, a caso, trovo qualcosa che mi arriva dritto al cuore, con una sincerità disarmante. Per i suoi 60 anni fece una festa, pochi mesi prima di morire, con tanti amici. Pensai, come regalo, di fare stampare tante foto del suo giardino e comporle in un album. Non dimenticherò mai la gioia che lei mi espresse per quel dono, le dissi che il giardino era davvero come una sua creatura e lei mi confermò che era proprio cosi, lo disse con lo stesso orgoglio e amore di una madre che parla del proprio figlio amato...”
Pia Pera (Lucca 1956 - 2016) è stata una scrittrice italiana. Giornalista presso «l’Espresso», «Panorama», «Elle», «Gardenia», «The TLS», «Il Sole24Ore», professoressa di Letteratura Russa all’Università di Trento, traduttrice di classici russi, ha anche tenuto vari corsi di scrittura creativa. Ha scritto libri di narrativa, di non fiction e di riflessione sul giardinaggio, la sua grande passione. Ha tradotto e curato classici russi come
La vita dell’Arciprete Avvakum (Adelphi, 1986),
Evgenij Onegin di Puskin (Marsilio, 1995),
Un eroe del nostro tempo di Lermontov (Frassinelli, 1996). Fra i sui libri possiamo ricordare
La bellezza dell'asino (Marsilio, 1992),
Diario di Lo (Marsilio, 1995),
L’arcipelago di Longo maï (Baldini & Castoldi, 2000),
I Vecchi Credenti e l’Anticristo (Marietti, 1992),
L’orto di un perdigiorno. Confessioni di un apprendista ortolano (Ponte alle Grazie, 2003, premio Grinzane Cavour),
Contro il giardino. Il giardino che vorrei (Ponte alle Grazie, 2007),
Al giardino ancora non l’ho detto (Ponte alle Grazie, 2015, premio Rapallo della Giuria),
La virtù dell'orto (Ponte alle Grazie 2016). I suoi libri sono stati tradotti in varie lingue. Malata da tempo di sclerosi laterale multipla (SLA), è morta il 22 luglio 2016. Emanuele Trevi ha raccontato una parte della sua vita e l'amicizia con lo scrittore con Rocco Carbone, anch'egli morto prematuramente per un incidente stradale, nel romanzo
Due vite (Neri Pozza), vincitore del Premio Strega nel 2021.
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