“Le passioni aiutano a vivere”. Intervista a Lorenzo Macucci, autore di “Al volante di un sogno”

il 11/11/2013 - Redazione

Lorenzo Macucci ha passato gran parte della sua vita a cullare il sogno di diventare un pilota professionista. Una passione, quella per la guida, che ha coltivato per tanti anni. Di tempo ne è passato e adesso lavora alla Tiemme, non guida auto da corsa a folle velocità su tracciati in giro per il mondo ma accompagna padri, madri e figli a lavoro o a scuola, restando a contatto con il mondo che ama. Attraverso le pagine del suo libro “Al volante di un sogno” (Edizioni Il Leccio) – che verrà presentato nell’ambito del Salone degli Editori Senesi sabato 16 novembre alle ore 18 a Siena in via Tozzi 2 - è però riuscito a vivere quella passione. Il libro prende avvio dalle memorie del protagonista che porta davanti al lettore i flash di una vita vissuta dietro a un volante, all’inseguimento di una visione, tra corse clandestine, rivalità e stridori di pneumatici.

Lorenzo com’è nata l’idea del romanzo?
“Tutto è partito dalla lettura del libro di un dj radiofonico. Mentre lo sfogliavo una frase mi colpì molto: «Le emozioni sono dentro di te, devi solo accenderle». Questo ha fatto scattare in me qualcosa, facendomi venire voglia di provare a scrivere quello che avevo in testa da molto tempo”.
Quanto c’è di autobiografico nel libro?
“Ci sono solo degli spunti, l’infanzia, piccole storie ed episodi che mi sono successi realmente. Ma l’85% percento è frutto solo della mia immaginazione”.
Speri ancora di poter coronare il tuo sogno e diventare pilota?
“Sì ci penso ancora, nonostante tutto. Anche oggi spero si possa realizzare, magari attraverso un incontro fortuito come è capitato al personaggio del mio libro che attraversa tante avversità per arrivare al suo obiettivo”.
Quanto ha pesato nella tua vita avere davanti agli occhi un tale obiettivo?
“E’ stato sicuramente molto importante in tutti questi anni, mi ha fatto andare avanti spronandomi a superare vari traguardi. Questa speranza di correre su pista mi ha aiutato a trovare stimoli anche per il lavoro che faccio tutti i giorni a contatto con la guida e con i motori, due delle cose che amo di più”.
Cosa potresti consigliare a tutti quei giovani che, come te, hanno davanti agli occhi una speranza?
“Gli vorrei dire di continuare a tentare, andare sempre avanti, perché se una persona non riesce a porsi degli obiettivi non riesce nemmeno a superare le difficoltà della vita. Anche in un momento di crisi come questo si dovrebbe sempre guardare avanti, chi si ferma è perduto”.
Quali sono i tuoi sogni per il futuro?
“Devo ammettere che la carriera di scrittore mi piacerebbe. ho iniziato da zero, quasi come esperimento, tre anni fa; proverò a continuare su questa strada e poi chissà. Sicuramente devo molto a chi ha creduto in me e in questo progetto”.

Un progetto che affascina visto che si tratta di una storia che tocca da vicino corde comuni a tutte le persone: l’infanzia passata ammirando degli eroi, l’età della trasgressione e dei rischi stupidi ma quasi inevitabili. Insomma un libro che cattura l’attenzione del lettore fin dalle prima pagine con uno stile accattivante, ennesimo esempio di come si possa fare della buona letteratura partendo dalla vita quotidiana e, soprattutto, dalle speranze. Proprio come dice Francesco, il protagonista del libro: Alle volte ci si lascia andare allo sconforto, ci si demoralizza buttandosi giù, ma ci vogliono carattere forte e speranza per affrontare le insidie della vita.

Francesco Anichini

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