L’Età dei Nove, la famiglia Petrucci e la politica di Siena nelle guerre d’Italia tra la fine del Medioevo e l’inizio dell’età moderna. Questo l’interessante argomento affrontato da Maurizio Gattoni nel libro “La Titanomachia” (Edizioni Cantagalli), il quale – come sottolinea più volte l’autore stesso nella prefazione – nasce dalla consapevolezza che la figura di Pandolfo Petrucci costituisce un importante cardine della storia di Siena. Una figura “condannata” però ad una flebile fama da una città medievale e non rinascimentale, da una città comunale non avvezza a figure “autocratiche”, da una Siena che troppo spesso ha guardato – e guarda ancora oggi – soltanto alla memorabile battaglia di Montaperti e alla “guerra di Siena” della metà del sedicesimo secolo. La storia non ha però bisogno di riabilitazioni ma soltanto della cronaca dei fatti, proprio di quella cronaca e di quell’analisi puntuale che caratterizzano il lavoro attento e dettagliato di Gattoni.
L’Età dei Nove e dei Petrucci - La storia di Siena dal 1477 al 1524 è raccontata per mezzo dello schema metaforico Nietzschiano del “giorno” (il mattino, il meriggio e il tramonto di un’età) e del parametro ermeneutico della dinamica degli Stati (affermazione, evoluzione e decadimento). Dall’avvento novesco e dalla creazione della Balìa, al sistema di politica interna dei Nove e alla collaborazione con gli altri soggetti politici cittadini. La politica estera di Siena, tra i tradizionali buoni rapporti con lo Stato Pontificio e una coraggiosa ricerca d’intesa con la Firenze medicea, fino ad arrivare alla discesa in Italia di Carlo VIII. Ed ancora, i motivi che permisero a Pandolfo Petrucci di erigersi “Primus” della politica senese, la sua fitta rete di alleanze del centro-Italia, lo scontro di Agnadello del maggio 1509 e la restituzione di Montepulciano ai Fiorentini in seguito alla mutata politica di Giulio II. Morto Pandolfo – prosegue l’autore – il primato passò al figlio Borghese, poi a Raffaele Petrucci ed in fine a Francesco e a Fabio, gli ultimi due esponenti della famiglia che lasciarono la Repubblica di Siena interprete oramai di un ruolo minore e marginale all’interno della politica italiana. Da menzionare sicuramente l’ultimo capitolo del libro: un interessante “approfondimento” relativo al Palio “alla lunga”, al passaggio dal Palio “alla lunga” a quello “alla tonda” e al carteggio Gonzaga-Petrucci relativo appunto alla “corsa dell’anima”.
Duccio Rossi
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