“La storia della mia famiglia in un libro per ricordare chi non c’è più”. Intervista ad Anna Cherubini

il 22/03/2016 - Redazione
Anna Cherubini è una sceneggiatrice e scrittrice, che ha al suo attivo alcuni libri come ghostwriter. Nei giorni scorsi è uscito il primo libro tutto suo.  Scritto con grande affetto, perché è la storia della sua famiglia. Anzi, in primis la storia del suo babbo, come si dice a Cortona, in provincia di Arezzo, dove lei abita, pur dividendosi periodicamente con la città di Roma. Solo per inciso, lei è la sorella di Lorenzo Cherubini, alias Jovanotti. Ma qui, lui, è solo una “comparsa”. Il protagonista del libro è soprattutto babbo Mario, morto ad aprile 2015; il rapporto di Anna con lui, i ricordi incancellabili tra infanzia, adolescenza e l’età adulta.  Un rapporto che si è evoluto negli anni. E ora che lui non c’è più, Anna ha riaperto il cassetto dei ricordi per condividerli con chi vorrà leggere il suo libro, “L’amore vero”.  
 
Anna, perché hai deciso di scrivere “L’Amore vero”?
“Negli anni ho lavorato per Rizzoli come ghostwriter. Quindi avevo già dei rapporti lavorativi con loro, in particolare con la editor Rossana Biancardi. Quando lo scorso aprile è morto il mio babbo, avevo preso l’abitudine di scrivere su Facebook alcuni ricordi su di lui. Niente di drammatico, anzi, cose divertenti ed ironiche. Sapevo che in tanti gli avevano voluto bene, quindi faceva loro piacere leggere i post che lo ricordavano. Questi post hanno dato il là ad un’idea, che a giugno Rossana Biancardi mi ha proposto: scrivere un libro. Ironico, affettuoso. L’idea mi è piaciuta subito, anche se ho temuto che me lo avessero chiesto solo perché nella mia famiglia c’è Lorenzo. Invece dalla Rizzoli mi hanno  tranquillizzato: volevano i miei ricordi, i miei punti di vista. Così ho deciso di scriverlo, anche perché negli anni la mia famiglia ha vissuto alcuni lutti, tra cui quello di mio fratello Umberto, nel 2007, morto in un incidente aereo. Poi la mia mamma e infine babbo Mario. Dopo la sua scomparsa, ho realizzato che ero diventata orfana. Ad un certo punto della vita, noi adulti dobbiamo per forza attraversare il momento in cui non siamo più figli, siamo soli. Non è così banale. Ed ho pensato che raccontandolo, avrei dato modo a chi si trova nella mia situazione, di identificarsi. Questo può aiutare nei momenti difficili. Alla fine ha aiutato anche me”.

Quanto hai impiegato a scriverlo?
“Tre mesi circa. Ho iniziato ad agosto, quando ero a Roma per lavoro. La sera, quando uscivo, invece di tornare a casa mi fermavo in qualche bar e lì, seduta con le cuffie della musica, ho tirato fuori i miei ricordi. Il libro è di 400 pagine, ma si legge bene. O almeno così mi ha detto chi lo ha già letto”.

Il libro inizia da un evento particolare?
“Il libro parte dal mio compleanno, lo scorso anno, ad un mese e mezzo dalla morte del mio babbo. Una giornata che ha portato con se tante riflessioni e domande: della serie, chi sono, cosa faccio, come succede a tutti in certi momenti della vita. Poi, torno indietro nel tempo, al giorno prima che morisse il babbo, quando ho trascorso la giornata accanto al suo letto, in ospedale. Sono l’unica testimone di quel giorno, a poche ore dalla sua scomparsa. Nel libro non ho seguito un ordine cronologico. I ricordi vanno indietro nel tempo e tornano verso il presente, ma senza una scaletta. E non è un libro in stile ‘Caro babbo come è stato tutto bello’! Anzi, ho parlato dei nostri scontri, dei conflitti, per fortuna sempre costruttivi e vivaci”.

Mario Cherubini come commenterebbe questo libro?
“Eh, bella domanda! Lui non era solito complimentarsi. Un po’ per carattere e un po’ perché prima voleva vedere i risultati. Se il libro andrà bene, lui mi direbbe: ‘Si, hai fatto un buon lavoro!’. Sarebbe contento di sapere che ho apprezzato tante cose che mi ha trasmesso. Non l’ho mai ringraziato per ciò che mi ha insegnato. Mi ha lasciato un’eredità di valori e di passioni, tra cui l’amore per la città di Roma, dove lui era arrivato giovanissimo”.

Tuo fratello Lorenzo cosa ti ha detto del libro?
“Lui di solito è molto critico però il libro gli è piaciuto molto”.

Ci sono già alcune presentazioni in programma?
“Sì, per ora presento il libro a Cortona martedì 29 marzo alle 18 al Centro Convegni Sant’Agostino. Ho voluto subito Cortona per ovvi motivi… Poi il 31 marzo sarò a Roma, alla Libreria Feltrinelli della Galleria Colonna. Seguiranno altre date che sono in fase di definizione”.

Idee per futuri libri?
“Ho  già scritto un romanzo, è pronto, ma ora non voglio farlo uscire. “L’amore vero” merita tutta la mia attenzione. È un pezzo importante di me e del mio passato. Senza famiglia, cosa siamo?”.
 
Simona Buracci
 
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