“Giornalismo del dopoguerra tra memoria e rimozione” (editrice Odoya) è il titolo del volume, scritto da Giuseppe Gori Savellini, che verrà presentato martedì 26 maggio, ore 17, a Siena al dipartimento di Scienze della Comunicazione (via Roma 57). Oltre all’autore anche Giovanni Gozzini e Maurizio Boldrini, docenti di Storia del Giornalismo e Teorie e Tecniche del Linguaggio Giornalistico all’Università di Siena, e Alessandro Orlandini, presidente dell’Asmos
Il libro - Alla fine della seconda guerra mondiale l’Italia esce da una lacerante guerra civile. I partigiani superstiti ritornano a casa da vincitori e le testate giornalistiche tornano ad avere dei proprietari privati (1947). E i fascisti? La necessità di unire l’Italia si affianca a quella di pacificare il territorio, ma per fare questo i problemi irrisolti devono rimanere tali: gli scontri dimenticati, i documenti sulle stragi insabbiati e i responsabili impuniti. Gori Savellini utilizza la carta stampata per descrivere un momento storico delicato. Le descrizioni dei giornali, i tagli degli articoli e la linea politica delle testate o delle grandi firme vengono fatte parlare nel loro complesso e nella loro sintesi per descrivere la tendenza ad assolvere i fascisti per non destabilizzare il Paese. Il Messaggero, La Nazione, il Corriere, La Gazzetta del Mezzogiorno, Il Giornale Di Trieste rappresentati nell’arduo compito di interessarsi della faccenda delle foibe, oppure nel disimpegnarsi raccontando romanzescamente la faccenda dell’oro di Dongo. Indro Montanelli e la sua descrizione del processo Keserling (1947); la divisione dell’Istria con la Jugoslavia; le modalità con cui disporre una linea anticomunista a fianco di quella antifascista: come il quarto potere Italiano ha manifestato diversamente sulla carta la realtà della guerra passata. L’attualità di questo saggio è data dall’unione tra la storiografia e teorie comunicative moderne: la storia appare fatta da opinioni e le opinioni da opinion makers.
L’autore - Giuseppe Gori Savellini, laureato in Storia dei Media è cultore in Teorie e Tecniche del Linguaggio Giornalistico. Si occupa di comunicazione pubblica e politica. Studioso anche di cinema, collabora con festival, rassegne e laboratori di produzione.
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