La scomparsa di De Mauro. Il ricordo di Enrico Rossi e Monica Barni. "Preziosa la sua lezione e eredità scientifica"

Firenze il 05/01/2017 - Redazione
Era stato ospite all'ultima edizione del Salone del Libro di Torino nel maggio scorso. Invitato dalla Regione Toscana a parlare di letture sociali nuovi linguaggi, ebbe un dialogo interessante con Luigi Oliveto, direttore del nostro portale, Maria Stella Rasetti, direttrice della biblioteca San Giorgio di Pistoia, e Monica Barni, vicepresidente e assessore alla cultura della Regione. Oggi, a 84 anni, se n'è andato il professor Tullio De Mauro, uno dei più illustri linguisti italiani, che non scisse mai la vita accademica dall'impegno sociale e politico. Fu, infatti, ministro della Pubblica istruzione nel 2000/01 con il governo Amato. L'Accademia della Crusca, nel suo sito, lo ricorda come il grande autore del "Grande Dizionario italiano dell'uso e della storia linguistica dell'Italia unita", punto di svolta negli studi linguistici in Italia e all'estero, di cui è stato accademico.

"Questo paese aveva ancora tanto bisogno di lui: della sua enorme competenza di linguista, della sua cultura, della sua passione per una scuola capace di formare cittadini consapevoli”. Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ricorda così l'illustre studioso della lingua italiana. “De Mauro – prosegue Rossi – ha sempre avuto ben chiaro nella sua attività di studioso e ricercatore della lingua il nesso tra conoscenze e competenze linguistiche diffuse e costruzione di una società democratica forte e aperta. E in questo momento, in cui spesso con tanta approssimazione e confusione si discute di post verità e di controllo dell'informazione, emergono con ancor maggior valore le sue analisi sugli analfabetismi, strumentali e funzionali, vera piaga del nostro paese. La lezione di De Mauro rappresenta non solo un'eredità scientifica preziosa per tutta la cultura e il mondo della ricerca italiani, ma costituisce un monito ineludibile per la politica. Chiede, oggi più che mai, un impegno a rilanciare politiche per la scuola e per la conoscenza: antidoto fondamentale contro la crisi delle democrazie occidentali e per dare un futuro di crescita alle nostre società”.

Il ricordo della vicepresidente Monica Barni - Anche la vicepresidente e assessore alla cultura, Monica Barni, si unisce al ricordo. “L'Italia ha perso un grande intellettuale; grande non solo perché uno dei più importanti studiosi dei fatti di lingua e dell'educazione linguistica, ma anche perché ha sempre accompagnato il suo studio all'impegno civile, come docente, come assessore regionale, come ministro, contro le diseguaglianze sociali, che sono prima di tutto educative e quindi culturali. Si è sempre battuto per l'innalzamento dei livelli di istruzione perché tra gli ostacoli che limitano la possibilità di partecipazione alla vita sociale sta l'impossibilità, purtroppo ancora di gran parte della popolazione italiana di accedere alle informazioni necessarie per vivere e l'incapacità di comprendere e controllare ciò che accade intorno. Senza alfabeto, ripeteva spesso, non c'è democrazia; senza alfabeto c'è solo sottosviluppo”.

Tullio De Mauro - Nato a Torre Annunziata il 31 marzo 1932, Tullio de Mauro, laureatosi in Lettere classiche, ha insegnato nelle università di Napoli, Chieti, Palermo e Salerno. Docente di Filosofia del linguaggio alla Sapienza di Roma, è stato poi ordinario di Linguistica generale presso la stessa università. Nel 1966 è stato tra i fondatori della Società di linguistica italiana, di cui è stato anche presidente (1969-73). È stato consigliere della Regione Lazio (1975-80), membro del Consiglio di amministrazione dell'università di Roma (1981-85), delegato per la didattica del rettore (1986-88) e presidente dell'Istituzione biblioteche e centri culturali di Roma (1996-97). Dal 2000 al 2001 è stato ministro della Pubblica Istruzione nel governo Amato. Nel 2001 è stato nominato dal Presidente della Repubblica Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana. Per l'insieme delle sue attività di ricerca, l'accademia nazionale dei Lincei gli ha attribuito nel 2006 il premio della Presidenza della Repubblica. Nel 2008 gli è stato conferito l'Honorary Doctorate dall'Università di Waseda (Tokyo). Autore di un'importante traduzione commentata del Cours de linguistique générale di F. de Saussure (1967), tra le sue opere più importanti vanno citati “Storia linguistica dell'Italia unita” (1963) e “Il grande dizionario italiano dell'uso”. Ha anche curato il DAIC. Dizionario avanzato dell'italiano corrente (1997), il Dizionario della lingua italiana (2000), il Dizionario etimologico (con M. Mancini, 2000) e il Dizionario delle parole straniere nella lingua italiana (con M. Mancini, 2001). Intensa anche la sua attività pubblicistica: ha collaborato, tra l'altro, con Il Mondo (1956-64) e L'Espresso (1981-90).
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