“La natura mi fa tradurre emozioni in versi”. Parla Giuseppe Semboloni, agricoltore e poeta per passione

il 11/10/2010 - Redazione

“Io ho questa mia amica carissima, vecchia e tutta sbertucciata. Lei insieme ad un pezzettino di carta stanno sempre nella mia tasca perché ci può essere qualsiasi momento, anche quello più impensabile, che mi dà spunto per scrivere”. La sua amica è una vecchia matita. La tiene fedelmente con sé ancor più di quelle forbici per tagliare i grappoli d’uva. Strumenti, la forbice e la matita, del suo lavoro e della sua passione. L’agricoltura e la poesia, entrambe in tasca, entrambe in mano e nella mente. S’intrecciano nella vita di ogni giorno sotto il segno delle emozioni proprio come i versi che scrive. Lui è Giuseppe Semboloni, proprietario di un’azienda agricola nelle campagne senesi che, senza averle mai pubblicate, non ancora perlomeno, scrive poesie e le raccoglie in due cataloghi personalissimi conservati nel fondo di chissà quale cassetto. Proprio come si fa con qualche cosa di prezioso, di personale, di intimo e quasi segreto. Un po’ timidamente, con la dovuta cautela come quando si accarezza delle emozioni, mi ha svelato come nascono le sue poesie e come i colori e i profumi della campagna lo guidino in quella che, lui stesso ci tiene a precisare, “è solo una passione”. Anche se questa passione si traduce in “un piccolo scritto basato sulla fantasia della mente - mi confida - che si mescola ai sentimenti dell’animo perché mi sto rendendo conto che la vita è questo”.

Cosa lega il tuo mestiere alla tua passione?
“Io sono affascinato dalla natura, mi fermo, guardo e la mia mente ronza come non mai e tutto questo mi porta all’esigenza di tradurre queste mie emozioni in un pezzo di carta. Per il lavoro che faccio ho la fortuna di essere circondato da tutta questa meraviglia che si chiama appunto natura”.
Cosa provi quando le tue sensazioni prendono vita nelle parole?
“Quando sento il desiderio di fermare un pensiero mi estraneo da quello che mi circonda, dal mondo e dalla vita di ogni giorno. Siamo soli io, il foglio bianco e la mia amica matita. Siamo tre soggetti ed ognuno fa la sua parte. Il pensiero comanda la mano e l’animo tira fuori le parole. In quel momento abbandono la quotidianità, provo piacere fino alla gioia indicibile quando il pensiero è scritto. Sia questo dedicato alla luna, ad una foglia, alla famiglia, ad un ricordo, ad una querce o a un filare di cipressi”.
Come è nata e come si è evoluta questa passione per la poesia?
“Credo di averla sempre avuta, fin da bambino. Il mio rapporto con la scrittura però non è mai stato sempre idilliaco. Ho passato un momento della mia vita in cui non scrivevo perché, mosso forse anche dalla paura del giudizio altrui, ritenevo quasi di non esserne all’altezza. Poi, quasi per caso, ad una mostra a Certaldo, ho conosciuto una persona che mi ha spinto a tradurre tutte le mie emozioni in poesia. Questa persona è la poetessa Mara Faggioli di Scandicci a cui oggi devo molto. Le altre due figure fondamentali che mi hanno spinto a coltivare nella giusta maniera questa passione sono mia moglie e mia sorella”.
Quali sono stati invece i tuoi poeti di riferimento?
“Sono due. Il primo è Giacomo Leopardi e l’altro è Giosuè Carducci”.
E’ più difficile fare l’agricoltore o il poeta?
“Sono due cose difficili ma messe insieme aiutano. Quando sono a potare la vigna con le forbici in mano per me diventa poesia il linguaggio muto che si instaura tra me e la pianta. Io devo dialogare con quella vite e lei in silenzio mi risponde, sempre. Il solo pensarci, anche quello mi provoca emozione”.
Ecco spiegati gli strumenti della sua mano, le forbici e la matita. Da tenere sempre in tasca per coltivare…la vite e la poesia.

Cristian Lamorte



MIA CARA POESIA

Ti scrivo perché ho voglia di parlarti
Lo sai di te mi fido ciecamente
Tu prendi i sentimenti del mio cuore
Per me sei la maestra della mente
Tu mi accompagni nelle notti bianche
Nei bei tramonti e con il chiar di luna,
nelle ore liete, o quando stanche
sperando nel futuro e la fortuna
grazie per questa forza che mi dai
tu guidi la mia mano sopra al foglio,
scrivo per te ricordi e fantasia,
tienimi vicino a te questo voglio!
Ti amo dolce cara poesia

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