La foglia d’oro, in un libro il segreto della Maestà di Duccio di Buoninsegna

il 15/09/2010 - Redazione

Il viaggio, il sogno, l’ispirazione. “La foglia d’oro” (Edizioni Polistampa) di Francesca Fumi Cambi Gado è un’incursione fantastica nei territori della storia dell’arte e della spiritualità medioevale senese. In un italiano dotto e forbito di altri tempi, l’autrice proietta all’interno di un racconto immaginario e simbolico, in una narrazione in prima persona effettuata dal pittore più rappresentativo della secolare vita artistica di Siena: Duccio di Buoninsegna. Un viaggio in pieno inverno, la partenza al mattino, la neve e il cielo freddo: Duccio se ne va alla ricerca della propria ispirazione artistica. In bottega ha già pronta la grande tavola dove poi dipingerà la sua gloriosa Maestà per l’altare maggiore del Duomo di Siena; ma gli manca l’ispirazione, gli manca una celestiale visione che gli permetta di dipingere una così importante scena sacra. Ecco dunque il viaggio, da sempre simbolo di conoscenza. In mezzo alla neve, accompagnato dal suo fedele amico a quattro zampe, Duccio si dirige verso l’Abbazia di San Galgano. E sarà proprio là che l’atmosfera ieratica e sacrale dell’Abbazia gli fornirà l’ispirazione. Cori celestiali, sommesse preghiere e la luce colorata che filtra dai policromi vetri piombati delle finestre. E poi una delegazione straniera arriva come ospite all’Abbazia: una donna ed un bambino dalla pelle scura color dell’ambra accompagnati da una moltitudine ordinata di fanti e cavalieri. Ecco l’ispirazione, ecco la madonna in trono, ecco il bambino e tutti i santi intorno. E la visione notturna, il sogno, la rielaborazione onirica di ciò che è stato visto e percepito durante il giorno dagli occhi e dal cuore di Duccio. Ispirazione artistica o vacazione divina non è dato sapere; entrambi forse, come il sacro e il profano da sempre si mescolano inscindibilmente nella vita della Città di Siena. Il libro di Francesca Fumi Cambi Gado non è soltanto un piacevole racconto di fervida fantasia, ma anche un piccolo catalogo fotografico dei particolari della Maestà di Duccio. Questo singolare tipo di narrativa invita il lettore ad avvicinarsi alla storia dell’arte senese del Duecento. La storia narrata permette all’autrice di trasmettere le proprie conoscenze di esperta storica dell’arte: la descrizione della “custodia preziosa” del “cranio terribile di Galgano”, urna dorata e tempestata di pietre preziose, oggi conservata al Museo dell’Opera metropolitana del Duomo. La policroma vetrata “meraviglia di luce, la grande finestra della cattedrale, l’Occhio di Dio, la gloria di Nostradonna”. Ed ancora i particolari del sublime mestiere di pittore: i colori, i metalli e le pietre che i garzoni macinavano sapientemente per giorni dentro la bottega. Un piccolo libro che rende omaggio al pittore simbolo del medioevo senese, a quel Duccio figlio di Buoninsegna che dipinse la sua Maestà con la speranza che fosse foriera di pace per tutta la città di Siena e alla quale affidò la memoria del proprio nome: MATER SANCTA DEI, SIS CAUSA SENIS REQUIEI, SIS DUCIO VITA, TE QUIA PINXIT ITA.

Duccio Rossi

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