“L’Italia s’è rotta. Dove vanno banche, risparmiatori e piccole imprese”, se ne parla il 20 febbraio

il 14/02/2014 - Redazione

Una riflessione condivisa su quanto sarebbe utile una mobilitazione cognitiva e risolutiva, soprattutto da parte delle istituzioni, per salvare una Italia sempre più rotta e corrotta. E’ quella contenuta nel volume di Fabio Boscherini e Francesco TutinoL’Italia s’è rotta. Dove vanno banche, risparmiatori e piccole imprese” (Il Pozzo di Micene Editore) che verrà presentato a Sesto Fiorentino, nella biblioteca Ragionieri (polo culturale di Doccia), giovedì 20 febbraio alle 18.

La pubblicazione - Il rapporto tra banche, Stato e cittadini, che a lungo ha costituito il sistema di regolamentazione economico-finanziaria del mondo occidentale e in particolare dell’Italia, si è definitivamente rotto con disastrose ripercussioni sull’intero sistema economico. Senza un radicale cambiamento dei parametri contrattuali l’infruttuosa comunicazione fra utenti e Istituti di credito continuerà a produrre forti disparità di relazione a totale svantaggio del risparmiatore e di chi abbia necessità di accedere al credito, come le piccole imprese da sempre assi portanti dell’economia italiana. Il protagonista di questo libro si trova coinvolto da tutto ciò e si interroga, smarrito, sul come silenziosamente tante cose siano nel tempo cambiate facendoci comprendere quanto sarebbe utile una mobilitazione cognitiva e risolutiva, soprattutto da parte delle istituzioni politiche, per salvare l’Italia rotta e corrotta, spezzata tra le attuali imprese in cerca di padrone e i più deboli echi delle innumerevoli piccole strutture produttive che tanto contribuivano, a beneficio di tutti, al gettito fiscale nazionale e alla creazione di milioni di posti di lavoro molti dei quali oggi andati persi. Emerge così anche il profondo disagio provocato dallo scontro tra chi ha sempre creduto e crede in certi valori come la famiglia, il lavoro, l’onestà, la solidarietà, l’etica comportamentale e la realtà attuale nella quale tali valori sono messi in secondo piano dalle troppo diffuse logiche di profitto basate su una serie di fatti e “ragioni” sconosciuti ai più.

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