L'arte dei netsuke giapponesi. Il profumo d'oriente negli oggetti raccontato da Edda Bresciani

Lucca il 17/10/2018 - Redazione
Venerdì 19 ottobre alle 17:30 nel Mezzanino della Fondazione Ragghianti di Lucca (in via San Micheletto 3, con ingresso libero) si terrà il terzo incontro del ciclo di conferenze, a cura di Paolo Bolpagni, “L’arte degli altri”, dedicato alle culture artistiche extraeuropee. Relatrice della conferenza “L’arte dei netsuke giapponesi” sarà Edda Bresciani, egittologa di fama mondiale e donna dalle infinite curiosità intellettuali, che dei netsuke è collezionista e profonda conoscitrice, in dialogo con Alessandro Tosi.

Il contrappeso - Divenuti noti al grande pubblico anche grazie al fortunato romanzo di Edmund De Waal Un’eredità di avorio e ambra, i netsuke (letteralmente «gancio per attaccare») sono piccole sculture in avorio, osso, corno, legno, ma anche in metallo, che erano utilizzate in Giappone, dal XVI al XIX secolo, per uso personale, come parte integrante del costume, quando la mancanza di tasche nel kimono rese utile la moda d’appendere alla cintura contenitori (per medicine, tabacco etc.) sostenuti da un contrappeso, appunto il netsuke, forato da due buchi per i quali passava un cordoncino in seta. Semplici e compatti all’inizio, dalla fine del Seicento assunsero l’aspetto di sculture tridimensionali in miniatura. Da quando il Giappone prese parte alle esposizioni mondiali di Parigi nel 1867 e di Vienna nel 1873, le arti e i manufatti nipponici divennero di moda in Occidente, e anche i netsuke ricevettero grande attenzione e cominciarono a essere collezionati. Sono dunque nati come oggetti d’uso comune, da portare con sé, spesso piccole vere opere d’arte, quasi sempre firmati dallo scultore-artigiano, famoso o no, abile sempre, che li ha creati; maneggevoli, a misura di palmo. I netsuke sono veri storytellers, contenitori di narrazioni che si comunicano tramite il contatto. I soggetti sono senza numero, senza numero come il mondo e la vita. Insomma ci danno uno spettacolo esotico, a volte erotico, spesso polimorfo e multiverso, còlto in dettagli infiniti, e insaporito dal senso del grottesco e da un divertito umorismo.
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