“L’arse argille consolerai”, Nicola Coccia racconta in un libro un inedito Carlo Levi. Se ne parla a Firenze

il 08/02/2016 - Redazione
Sei anni per scavare nella vita di Carlo Levi e in uno dei libri più importante del nostro dopoguerra, Cristo si è fermato a Eboli.  Da questo lavoro di ricerca, realizzato dal giornalista Nicola Coccia, è nato il volume “L’arse argille consolerai” (Edizioni ETS), un viaggio dal confino, dove il fascismo lo spedì, fino alla Liberazione di Firenze. Un cammino ricostruito attraverso  documenti inediti che hanno permesso  di entrare nelle vite delle decine di persone che hanno “raccontato” storie drammatiche e straordinarie come quella del partigiano milionario, delle carognate dei fascisti in un convento di clausura, delle stragi  bambini e civili, dell’uccisione della donna più bella del mondo, di Manlio Cancogni portiere di un torneo di pallone nella villa di Mussolini, del furto della valigia di Carlo Cassola,  dell’olio e della farina portati a Giorgio Bassani in fuga da Ferrara, dell’erede al trono finito a vendere motorini, del matrimonio della figlia di Amedeo Modigliani con l’uomo che si era gettato in acqua col cappotto per sfuggire all’arresto.

La presentazione - Il volume verrà presentato venerdì 12 febbraio alle ore 17.30 nella Libreria IBS di Firenze (via De’ Cerretani). Oltre all’autore, intervengono Marcello Mancini, editorialista de La Nazione; Simone Neri Serneri, presidente dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana; Roberto Ragazzini, presidente della Federazione Regionale Toscana delle Associazioni Partigiane e della Resistenza.

Il volume - Il libro parla soprattutto della vita di Carlo Levi, medico, pittore, componente del Comitato Toscano di Liberazione, della donna che lo ha protetto, del bambino di cui è stato padre putativo, della figlia segreta, della scrittura del Cristo si è fermato a Eboli avvenuta, sotto l’occupazione tedesca, in un appartamento di Firenze. Ci sono testimonianze e foto mai pubblicate prima e anche un quadro molto significativo di quel periodo, rimasto chiuso in una stanza. E poi ci sono la foto e la storia della persona che ha suggerito a Levi il titolo del suo capolavoro.
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