Antonio Federighi è stato certamente un grande scultore ma, particolare spesso tralasciato, è stato anche un bravo architetto. “L’architettura di Antonio Federighi”, volume edito dalla Betti Editrice e curato da Mariella Cirfi Walton, vuole quindi far conoscere la qualità di quest’artista senese i cui meriti straordinari sono stati per lo più sottovalutati . La presentazione è in programma lunedì 21 dicembre (ore 18) a Siena, nella Sala del Concistoro di Palazzo Pubblico. Saranno presenti Mauro Civai, direttore del Museo Civico, e Enzo Mecacci dell’Accademia Senese degli Intronati. Nell’occasione sarà anche inaugurata la mostra fotografica sul percorso architettonico di Antonio Federighi.

La pubblicazione - L’accurata analisi delle opere, portata avanti dalla studiosa canadese, mette in risalto il vocabolario semplice e lineare, apparentemente privo dell'ambizione di giungere a grandi risultati esegetici. In realtà proprio questo lavoro delle opere sicure del Federighi permette alla Cirfi Walton di accostargliene altre che verosimilmente possono essere attribuite all'artista perché, a suo parere, condividono il medesimo repertorio ornamentale e un simile vocabolario antiquario. Così, con queste coerenti proposte, il profilo di Federighi architetto definito dalla studiosa risulta più ampio, sfaccettato e problematico, capace di riportare alla discussione degli studi opere importanti come la Cappella e il Palazzo dei Diavoli, la chiesa di Santa Maria delle Nevi, il Palazzo Bandini Piccolomini che pure in tempi recenti hanno già suscitato l'interesse di altri autorevoli studiosi approdati, almeno in alcuni casi, a risultati non dissimili da quelli della Cirfi Walton.