Da Napoli a Marsiglia sulle tracce di uno dei padri del noir mediterraneo. Sino a dedicargli un saggio. Stefania Nardini, giornalista e scrittrice, ha pubblicato “Jean Claude Izzo, storia di un marsigliese” (Perdisa, collana Rumore Bianco) che di recente è stato riproposto dalla casa editrice durante un omaggio ad Izzo, una serata tenutasi a Genova, Palazzo Ducale. Chi ama il genere narrativo, ma non solo, conosce l’autore della trilogia che ha come protagonista Fabio Montale (Casino totale, Chourmo, Solea). Una scrittura che rimane ineguagliata, per intensità e tenerezza. Nardini è divenuta con il suo saggio ideale sostenitrice di una figura ancora piena di fascino e di aspetti inediti.
Un saggio su Jean Claude Izzo. Si racconta che lei abbia fatto un sogno…
“Stavo lavorando a un testo che avevo deciso di far passare per Marsiglia. Casualmente incappai nei libri di Izzo. Ne venni catturata. Quando lessi l’ultimo provai dolore. Pensai che mai la morte è così ingiusta come nel suo caso. Lo sognai nel suo letto d’ospedale e parlammo. Quel sogno mi spinse a cercare la sua vita, le sue radici, la sua storia. Andai a Marsiglia per 15 giorni e ci sono rimasta”.
Per scrivere Il libro ha usufruito anche della collaborazione del figlio di Izzo, Sebastien: che rapporto ha instaurato con lui?
“Di grande affetto. Mi ha presa per mano e mi ha portata nel mondo di suo padre. Oggi molti miei amici sono quelli di Jean Claude. E poi Seb mi ha offerto il privilegio di leggere i suoi testi inediti, alcuni dei quali sono nel mio libro, e che neanche in Francia sono mai stati pubblicati”.
Come mai la lettura dei romanzi di Izzo non le ha ispirato una narrazione di genere?
“Prima del testo su Izzo ho al mio attivo altri libri, tra cui un noir ambientato a Napoli: “Gli scheletri di via Duomo” (Pironti). Credo il passaggio importante si stia verificando adesso. È il mio nuovo romanzo ambientato a Marsiglia nel 1939 dal titolo “Alcazar”, un teatro che ha fatto epoca dove sono passati i nomi più importanti dello spettacolo, oggi trasformato in biblioteca. Una storia in cui c’è una compagnia italiana, un omosessuale che fugge dalle leggi razziali e il milieu. Ecco questo lavoro rappresenta un approfondimento ulteriore sulla città. Una città complessa in cui i meccanismi della politica si sono intrecciati con quelli della criminalità, in una Marsiglia che era un porto per chi fuggiva dalla fame o dal nazismo. Ma sono grata a Izzo per avermi portata a Marsiglia. Imitarlo o inseguire il suo stile non solo è impossibile, ma non mi interessa. Una figura come Izzo è unica. Ha consacrato un genere nel genere, il noir mediterraneo. Izzo mi ha ispirata a cambiare la mia vita più che a scegliere un genere”.
Dietro questa stesura c’è un lavoro giornalistico; in un articolo lei ha dichiarato di aver lasciato “Il Mattino” di Napoli per disintossicarsi proprio dal giornalismo, non è una contraddizione?
“Dietro questo lavoro c’è un percorso esistenziale. C’è il rapporto con una città e con delle persone. C’è la scelta di vivere , attualmente solo in parte, in una città. C’è ricerca, lettura, rapporti umani. Sono giornalista da più di 30 anni e il giornalismo che ho vissuto io è quello che racconta Izzo nei suoi romanzi. Quindi non credendo più in questo mestiere come si fa oggi, mi sono separata, come si fa con i grandi amori. L’unico mio legame con l’attività professionale è la pagina domenicale dei libri che da circa 5 anni curo per Il Corriere Nazionale. Un rapporto che va avanti grazie alla libertà professionale che mi lascia la direzione”.
Marsiglia e Napoli, due città di mare; cos’altro hanno in comune a suo parere?
“L’umanità”.
Una domanda che riguarda il mondo dell’editoria italiana: i libri di Izzo sono stati pubblicati da una casa editrice che non è quella con cui lei invece ha firmato il contratto per il saggio, vuol raccontare come è andata?
“È andata come va spesso. E con una circostanza aggravante: la mia incapacità di sapermi proporre. Devo dire che anni fa, ad una prima stesura del testo, contattai le edizioni e/o. A parte la qualità, credo non abbiano colto l’importanza dei materiali che avevo. Ma sono cose che capitano nel mondo dell’editoria. Nel mio piccolo ho contribuito a un rilancio dell’opera di Izzo. Sottolineo nel mio piccolo. E sono felice quando alle numerose presentazioni del mio libro sui banchi c’è la trilogia o “Marinai perduti”. Per me è un grande onore. Anzi la cosa mi emoziona non poco”.
Valerio Cattano
SOTTOTORCHIO
LIBRO E AUTORE PREFERITO
“Marinai perduti” di Jean Claude Izzo
L’ULTIMO LIBRO LETTO
“Respiro corto” di Massimo Carlotto
UN LIBRO DA CONSIGLIARE AI LETTORI
“L’amante” di Marguerite Duras
LEGGERE È…
Vita
COMMENTI
NOME:Antonia
NOTE:Da quando ho scoperto Jean Claude Izzo, ho letto tutto (credo) ciò che lo riguarda, compreso il libro di Stefania Nardini. E poi amo molto Marsiglia, ci sono stata qualche anno fa portandomi dietro i libri di Izzo, cercando i percorsi che aveva tracciato nei suoi romanzi. Ho fotografato i vicoli de Le Panier e i pescatori delle vieux port, una città meravigliosa dove ho respirato la stessa aria dei personaggi di Izzo e ho calpestato le stesse strade dove è passato lui. Mi auguro che la Nardini abbia ancora delle cose inedite che riguardano questo meraviglioso scrittore.
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