Inedito Porta a Porta fiorentino. Bruno Vespa insieme a Matteo Renzi per presentare “Il cuore e la spada”

il 13/01/2011 - Redazione

Si parte dal Risorgimento per arrivare al recente scontro tra Berlusconi e Fini. “Il Cuore e la Spada. Storia politica e romantica dell’Italia unita. 1861-2011”, edito da Mondadori, è l’ultimo nato di un lungo filone di saggi storici scritti dal giornalista Bruno Vespa. La storia del nostro paese viene ripercorsa attraverso alcuni dei suoi protagonisti principali, raccontati a coppie: si parla di Cavour e Garibaldi, Giolitti e d’Annunzio, Mussolini e Gramsci, fino ad arrivare ai tempi di Andreotti e Moro, Craxi e Berlinguer, Prodi e Berlusconi. A presentare il volume, nella suggestiva cornice del salone degli Elementi in Palazzo Vecchio a Firenze, c’erano, oltre all’autore, il sindaco Matteo Renzi e il direttore della Nazione Giuseppe Mascambruno.“Il rapporto tra il mondo politico e l’universo femminile è un aspetto stimolante”, ha detto Mascambruno commentando i retroscena di cui parla il saggio. “Devo ammettere che quello che accadeva nel periodo risorgimentale depotenzia molto l’indignazione verso i comportamenti della classe di potere attuale. C’è da chiedersi però se essere appassionato di donne per un politico sia un vantaggio o un limite”.

Vizi e virtù della vita privata - Nel libro di Bruno Vespa gli uomini e le donne che hanno guidato, e guidano, l’Italia, escono dal Pantheon della storia e mettono a nudo vizi e virtù della vita privata. Dalla monogamia di Giolitti alla follie sessuali di d’Annunzio, fino al drammatico confronto tra De Gasperi e Togliatti, tanto diversi in politica quanto in amore. E non mancano le imprese erotiche di Vittorio Emanuele II e della contessa di Castiglione: “Vittorio Emanuele II può essere considerato senz’altro un capofila” ha detto Bruno Vespa. “Aveva una donna al giorno e soffriva di una sorta di bulimia sessuale. Allora però l’esuberanza del monarca era considerata un elemento positivo. D’altro canto però la vita sessuale di chi era al potere era molto protetta, come ancora oggi in certi paesi. Del re di Norvegia o di quello di Spagna non si legge niente sui giornali, ma ci sarebbero tante cose da dire”. Poi uno sguardo ai fatti di casa nostra: “Noi siamo invece un paese più libero e abbiamo il rapporto quotidiano di quello che succede. Comunque credo che la capacità di dedicare tempo a questo tipo di passioni sia un segno di vitalità. Tuttavia bisogna farlo con parsimonia e prudenza, cosa che il Presidente del Consiglio ultimamente non ha avuto, come d’altronde gli viene rimproverato nel libro”.

La situazione politica italiana - Il libro è anche un’occasione per fare il punto sulla salute dell’Italia a centocinquant’anni dall’Unità, come ha sottolineato Matteo Renzi: “Trovo importantissimo che ci siano occasioni come queste per riflettere sulla nostra storia. Non bisogna avere una visione idilliaca del Risorgimento, ma ragionare su ciò che siamo stati per discutere su ciò che dobbiamo essere. L’ultima pagina del saggio di Vespa fa un’analisi secca che condivido. Se non vogliamo che i nostri figli facciano da camerieri a ingegneri indiani, la discussione su come non costruire cervelli per poi esportarli tutti all’estero è centrale. Per quanto riguarda invece la discussione sulle donne, credo che abbia inciso molto sul rapporto tra Berlusconi e Fini, nel quale, come dice Vespa, c’è qualcosa che non viene detto e che riguarda sicuramente vicende di natura personale”.

Lo show fiorentino - Quasi come fosse un’inedita versione fiorentina di Porta a Porta, durante la presentazione del suo libro Bruno Vespa non ha rinunciato a incalzare il cyberscuot Matteo Renzi con domande sul suo futuro politico: “Cosa farai da grande?”. Il sindaco ha risposto assicurando di voler ricoprire al meglio il ruolo di primo cittadino di Firenze, poi ha aggiunto: “Certo per migliorare Firenze ci vuole un gran lavoro, non è, con tutto il rispetto, come fare il sindaco di Udine o Crotone… E così mi son perso anche gli elettori in prospettiva”. A queste parole però Vespa non ha potuto fare a meno di notare: “Hai detto in prospettiva… Allora ti candidi? Questo era il discorso di presentazione per la candidatura a segretario del partito leader dell’opposizione”.

Matteo Leoni

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