Cina e Taiwan: quante Cine? Tra geopolitica e immaginario. Dai ricordi degli anni cinquanta di una bambina italiana cresciuta a Pechino all’affermarsi della Cina potenza globale in competizione per il primato con gli USA ai rischi di un conflitto nell’Indopacifico. Domenica 30 luglio, alle 16:00, il secondo pomeriggio di appuntamenti con gli autori del festival “La Posta Letteraria” si apre con un incontro interamente dedicato alla Cina.
Silvia Calamandrei, traduttrice e curatrice di molte opere saggistiche e letterarie legate alla storia e alla cultura cinese, presenta “Attraverso lo specchio. Cina andate-ritorni” edito da Edizioni Storia e Letteratura, in cui l'autrice risale alle radici del suo complesso rapporto con la Cina, paese per il quale ha maturato un'appartenenza, pur nello sdoppiamento identitario e linguistico, e che continua a seguire per costruire ponti di comunicazione lanciati già negli anni '50 dai genitori, corrispondenti a Pechino, e da Piero Calamandrei a capo di una delegazione culturale italiana nel 1955 in Cina.
Silvia Calamandrei ricostruisce le radici familiari dell'"incantamento": dal soggiorno nella Pechino da poco liberata, dove frequenta la scuola elementare cinese e partecipa alle mobilitazioni dei bambini nelle prime campagne maoiste, alla Cina della sua giovinezza, quando assiste all'ultima fase della Rivoluzione culturale. Il tracollo del maoismo innesca un desiderio di approfondimento e di messa in discussione delle certezze ideologiche, e la tragedia di Tienanmen del 1989 sollecita un contatto più diretto, mentre assiste alla grande trasformazione della Cina in potenza globale. Una meditazione nel corso della pandemia partita da Wuhan, nell'anno che doveva essere quello della cultura e del turismo italocinese.
Danilo Taino, giornalista del Corriere della Sera, presenta “La guerra promessa: La contesa di Taiwan e il Grande Gioco dell'Indo-Pacifico” edito da Solferino. L’autore scava con passione nella storia affascinante di questa parte del mondo, dal passato coloniale all’eterna sfida tra Cina e Giappone, dai regimi corrotti alle nuove guerre commerciali, tracciando un formidabile affresco dei suoi protagonisti e lanciando l’allarme su un nuovo possibile conflitto mondiale. Taiwan è uno dei punti più caldi del pianeta: intorno all’«altra Cina» è in atto uno scontro geopolitico senza precedenti che può influire sul futuro del mondo. Dai tempi di Chiang Kai-shek a oggi molto è cambiato. L’isola non è più una «portaerei democratica inaffondabile», stretta alleata dell’America in opposizione alla Cina comunista. Anzi, quest’ultima si prepara a prenderne possesso e già progetta un ponte di ben 160 chilometri tra i due lembi del mar cinese. Come reagirà l’isola di fronte a un’invasione? Si creerà una resistenza di lungo periodo? Cosa accadrà nel Bacino dell’Indo-Pacifico – tra India, Giappone, Corea, Sud-Est asiatico e Australia – e come cambierebbe il mondo con gli Stati Uniti fuori dall’area? Cosa succederebbe alla produzione di chip e al commercio dei container che solcano le acque di quei mari tra capitani coraggiosi, pescatori e pirati? Con la conquista di Taipei Pechino potrebbe estendere il suo potere sull’intera Eurasia centrale. Con conseguenze concrete e dirette anche per l’Europa, già alle prese con il conflitto in Ucraina, e persino per il Vaticano e il futuro della Chiesa cattolica. Intervistano Simone Innocenti, giornalista del Corriere Fiorentino, e Anna Di Toro, docente di lingue e letterature della Cina all’Università per Stranieri di Siena.
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