In cattedra con il grembiulino. A lezione di Gianni Rodari con gli alunni della scuola primaria di Arbia Scalo

il 19/04/2010 - Redazione

Io spero che il libretto possa essere utile a chi crede nella necessità che l'immaginazione abbia il suo posto nell'educazione; a chi ha fiducia nella creatività infantile; a chi sa quale valore di liberazione possa avere la parola. E’ stata questa stessa affermazione di Gianni Rodari in merito al suo libro “La Grammatica della Fantasia” che mi ha spinto a conoscere meglio la figura dello scrittore premio Andersen nel 1970 proprio nel trentennale della sua morte. Ma in questo approfondimento ho scelto di ascoltare chi, meglio di qualsiasi altro, sente la necessità che l’immaginazione abbia il suo posto nell’educazione: il bambino. Un’idea bislacca? Niente affatto. Se non altro per la piacevole sensazione di totale ignoranza di fronte a dei piccoli alunni di una terza elementare. Entro in classe ed ecco che, in un batter d’occhio, Alessia, Manuel, Jacob, Leonardo, Lorenzo, Marta, Agata e tutti gli altri sembrano donarmi il loro grembiulino nero per salire per un giorno in cattedra al posto della maestra Mariella ed insegnarmi il loro entusiasmante amore per Gianni Rodari. “Faceva il maestro – mi racconta Manuel – ma I bambini non lo ascoltavano ed allora decise di scrivere delle filastrocche che stimolassero la loro fantasia”. E via subito con Marco che inizia a cantare “filastrocca di Capodanno, fammi gli auguri per tutto l’anno”…al terzo verso si uniscono tutti I miei piccoli maestri “voglio un gennaio col sole d’aprile, un luglio fresco un marzo gentile…”. La cantano tutta e nel momento in cui sto per chiedere come può nascere una filastrocca così Alessia mi precede: “con la fantasia le parole possono diventare una storiella”.Mi tolgo subito dalla testa l’indugio iniziale di trovare il modo di poter formulare delle domande giuste a bambini di 8 anni. Non ce n’è bisogno, lo capisco immediatamente, mi guardo e sono seduto senza accorgermene su una delle loro seggioline. Ora non mi resta davvero che ascoltare la lezione su Gianni Rodari dei piccoli maestri della scuola primaria di Arbia.
Nel paese di Grammaticus – interviene Lorenzo – con la maestra Mariella abbiamo inventato una casa”. “Ci abitano il signor sintassi che fa il detective – aggiunge Marta – e la maga ortografia, ci aiutano tutti I giorni a non fare gli orrori”. “Gianni Rodari ha scritto il Libro degli errori – mi spiega Manuel – e senza l’H il gallo, quando canta, sembra che abbia il raffreddore”. “La mia filastrocca preferita – non perde tempo Alessia – è il gatto professore. Un gatto di nome Valentino voleva insegnare l’inglese a un topolino…e la filastrocca finisce con il topolino che gli dice che gli piace la lingua ma non il professore”. “La mia preferita invece è…” e tutti I miei maestri vogliono dirmi la loro: Re Federico, La Povera Virgola, Quanti pesci ci sono nel mare?, La favola dei numeri, e tantissime altre. Agata poi ci tiene a farmi vedere il libro di Gianni Rodari “Novelle fatte a macchina” che aveva la sua mamma. Con disarmante padronanza mi aveva appena prima spiegato che “I libri non invecchiano e così neanche Gianni Rodari non invecchia nei suoi libri”.
La lezione è finita. Mi alzo da una delle loro seggioline e ringrazio i miei piccoli maestri. Quell’indugio nel non saper come porre delle domande si è trasformato nell’augurio di riuscire a scrivere anche questo articolo possibilmente con degli errori. Gli errori dettati dalla grammatica della Fantasia.

Cristian Lamorte

Il libro degli errori
Vale la pena che un bambino impari piangendo quello che può imparare ridendo? Se si mettessero insieme le lacrime versate nei cinque continenti per colpa dell'ortografia, si otterrebbe una cascata da sfruttare per la produzione dell'energia elettrica. Ma io trovo che sarebbe un'energia troppo costosa.
Gli errori sono necessari, utili come il pane e spesso anche belli: per esempio, la torre di Pisa.
Questo libro è pieno di errori, e non solo di ortografia. Alcuni sono visibili a occhio nudo, altri sono nascosti come indovinelli. Alcuni sono in versi, altri in prosa. Non tutti sono errori infantili, e questo risponde assolutamente al vero: il mondo sarebbe bellissimo, se ci fossero solo i bambini a sbagliare. Tra noi padri possiamo dircelo. Ma non è male che anche i ragazzi lo sappiano.
Gianni Rodari (Dalla prefazione de Il libro degli errori)

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