La scrittrice ferrarese
Silvia Tebaldi si è aggiudicata la prima edizione del Premio Barnaba con il racconto
Il sogno di Costantino, ambientato tra le vie, i ricordi e le bellezze di Ferrara, dall’ex chiesa di San Romano alla vicina cattedrale di San Giorgio, fino al MEIS, il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah. La premiazione si è tenuta a Pieve Santo Stefano (Arezzo) nell’ambito del prestigioso Premio Pieve Saverio Tutino. Il Premio Barnaba. Un museo, una storia è un concorso letterario ideato dal Museo Galileo di Firenze e promosso con la Fondazione Archivio Diaristico Nazionale, che si avvale del patrocinio del Ministero della Cultura, di ICOM Italia e di ANMS-Associazione Nazionale dei Musei Scientifici.
Per questa prima edizione sono pervenuti quasi 200 lavori: il tema dei racconti ha interessato le esperienze personali vissute in un museo, tra opere d’arte, strumenti scientifici o oggetti di varie tipologie, luogo d’incontro tra persone e idee, scoperte e passioni, tra ricordi, curiosità e fantasie, testimonianze inattese. I 24 racconti finalisti, insieme al vincitore, saranno pubblicati in un volume a cura della casa editrice del Museo Galileo, dove il volume sarà presentato nei prossimi mesi.Tutti i racconti candidati saranno inoltre presi al vaglio, nei prossimi mesi, dai responsabili dell’Archivio Diaristico Nazionale, al fine di selezionare le testimonianze che maggiormente possono contribuire alla memoria collettiva di cui l’Archivio si fa custode e diffusore.
Silvia Tebaldi è un’autrice e scrittrice, originaria di Ferrara (classe 1962). Ha scritto il romanzo
Vuoto centrale (Perdisa Pop, 2009) e, per Zona 42, le novelle
Quattro Lune di Giove al Capo delle Volte e
Il lettore dell’acqua, rispettivamente nel 2021 e nel 2023. I suoi racconti sono presenti in antologie, blog, riviste online e cartacee.
Il titolo del progetto prende le mosse da una suggestione:
Barnaba è il nome del protagonista del racconto
Nel museo di Reims di
Daniele Del Giudice, pubblicato nel 1988. Barnaba è un ragazzo che in seguito a una malattia sta perdendo la vista e decide di recarsi a Reims, con l’intento di ammirare il
Marat assassiné di Jacques-Louis David. Una ragazza, Anne,
si accorge della sua difficoltà e decide di aiutarlo, di raccontargli il quadro, ma nel farlo mente. Quali ricordi, curiosità, fantasie, percorsi mentali può accendere la visita a un museo? In quanti modi diversi si può raccontare un’opera d’arte, uno strumento tecnologico o una collezione scientifica?
Il Premio è rivolto a tutti coloro che desiderano – attraverso la scrittura – condividere un’esperienza personale vissuta all’interno di un museo, inteso non solo come luogo di incontro tra oggetti in mostra e visitatori ma anche tra persone, con le loro idee, i loro interessi e le loro passioni. Un luogo che può far scaturire scoperte inattese, e che può esso stesso diventare racconto che, come per Barnaba, qualcuno offre a qualcun altro. Il Comitato Scientifico dell’edizione 2024 era formato da:
Monica Barni, Professoressa di Didattica delle Lingue Moderne e di Teoria della Traduzione presso la Sapienza Università di Roma;
Massimo Bucciantini, storico e già docente all’Università di Siena, collaboratore del Museo Galileo e co-direttore della rivista “Galilaeana”;
Natalia Cangi, Direttrice organizzativa della Fondazione Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano e Presidente della Commissione di lettura del Premio Pieve Saverio Tutino;
Enzo Rammairone, già editor di narrativa per la casa editrice “66thand2nd”, autore di programmi di Rai Cultura dedicati ai libri e curatore per Einaudi della nuova edizione di
Atlante occidentale di Daniele Del Giudice;
Domenico Scarpa, scrittore e consulente letterario del Centro studi Primo Levi di Torino.
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