“Il luogo della sofferenza è in noi”. Intervista di Sienalibri al Premio Nobel Seamus Heaney

il 13/07/2009 - Redazione

Personaggio schivo, ironico, timido e al tempo stesso solare, in Seamus Heaney si ritrovano tutte le caratteristiche del grande poeta. Energia espressiva e dinamismo dirompente sono alla base delle poesie del nordirlandese nato a Castledawson nel 1939, a Cetona lo scorso fine setimana per ritirare il premio Cetonaverde Poesia. "For works of lyrical beauty and ethical depth, which exalt everyday miracles and the living past" furono le parole della motivazione per il Premio Nobel per la Letteratura, conferito a Heaney nel 1995.

Seamus Heaney è conosciuto e apprezzato per il linguaggio modernista con il quale affronta le tematiche più spinose e a lui più vicine, come la questione dell’indipendentismo dell’Irlanda del Nord. Nelle poesie degli anni ’70 e ’80, Heaney ha paragonato le vittime sacrificali dell’età del ferro, al destino dei martiri politici della sua terra. Esponente del regionalismo letterario e bersaglio di critiche ideologiche e politiche, Heaney  continua a sorprendere e a indagare la natura umana con l’ultima raccolta di liriche “District e Circle” nella quale ancora una volta si riscontrano le influenze dantesche e si rinvengono i dialoghi con Eliot, Hughes, Neruda e altri poeti.

Molti critici sostengono che lei è un esponente del regionalismo letterario. Quanto è importante per la storia, il regionalismo letterario?
“Non penso a me stesso come un regionalista ancorato ad una piccola comunità, quindi tagliato fuori dal resto del mondo, mi considero un regionalista globale. Una sorta di segnale radio che si diffonde in tutto il mondo. Sono d’accordo sul fatto che nella mia poesia ci siano dei chiari segni che mi contraddistinguono e mi legano ad un esperimento locale, ambientale. Matteo, Luca e Giovanni, lavoravano su materiale locale!”

Cosa pensa di Cetona e delle terre di Siena?
Cetona e Siena sono due luoghi nei quali la civiltà umana ha lavorato bene. Sono bellissime, qui non c’è bisogno di pensare, occorre solo esporne le lodi. La comunità e il senso di cerimonia che qui si respirano sono straordinari”.

Come “regionalista globale” cosa pensa della crisi economica?
“La poesia deve lavorare per attrezzare l’individuo, per aiutarlo”.

Elisa Manieri

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