Il “Bandini” compie 100 anni; un secolo in cui la storia dell’Istituto Tecnico si è intrecciata con la storia d’Italia, attraversando il fascismo, la prima e la seconda Guerra Mondiale, la Guerra Fredda, il boom economico, gli anni di Piombo, le crisi e le riforme degli anni Novanta. Il glorioso Istituto Tecnico di Siena, realizzato dal giornalista Juri Guerranti dopo un attento lavoro di ricerca, parla proprio di come la scuola si sia evoluta e trasformata decennio dopo decennio fino ad affermarsi come una vera e propria istituzione cittadina. La prima presentazione della pubblicazione è in programma venerdì 27 maggio alle ore 18 a Siena, nell’aula magna dell’Istituto in via Battisti. Oltre all’autore, saranno presenti la preside Marta Paoli, il presidente della Fondazione Mps Gabriello Mancini e il direttore generale di Banca Mps Antonio Vigni (che ha anche curato la prefazione del libro).
Il “Bandini” in cento anni- È la scuola che per molti anni ha “fornito”, una volta diplomatisi, migliaia di lavoratori alla banca Monte dei Paschi. Ed è inoltre la scuola che ha formato migliaia di professionisti ragionieri e geometri che hanno ricoperto e ancora oggi ricoprono ruoli strategici, anche nelle amministrazioni locali. Per questo, in 100 anni di storia, il “Bandini” è stato un punto di riferimento per la città. Nel 1911 il “Bandini” nasce come istituto privato; nel 1914 subentra un consorzio di vari soggetti (Provincia, Comune, Camera di Commercio, Monte dei Paschi e Società di esecutori di Pie disposizioni) che lo traghetta nel 1918 a divenire pareggiato e quindi scuola pubblica. Poi la Riforma Gentile, il Ventennio fascista, le guerre mondiali e coloniali e il dopo-guerra. A seguire gli anni Cinquanta, gli anni Sessanta. I movimenti studenteschi e il Sessantotto. Le riforme degli anni Settanta. E ancora, gli anni Ottanta e Novanta con le occupazioni studentesche, le manifestazioni e i primi progetti di riordino dei corsi di studio. Per arrivare alle nuove riforme e quindi al presente. Nel volume vengono raccontate queste evoluzioni, riaccendendo la “memoria sul quotidiano” e raccontando storie, leggende, aneddoti su certi fatti che interessano tutta la comunità cittadina e provinciale. L’obiettivo dell’autore è stato di riportare alla luce memorie sepolte negli archivi o nelle menti di chi quei momenti li ha vissuti. elaborando una pubblicazione che va ad arricchire anche la memoria storica cittadina. Il libro contiene, infatti, anche fotografie d’epoca, riproduzioni di documenti e lettere.
La storia d’Italia vista dal Bandini - Raccontare la storia dell’Istituto “Bandini” è importante per comprendere i cambiamenti che hanno interessato la scuola italiana. Leggere la storia dell’Istituto significa, quindi, leggere la storia di Siena e delle sue istituzioni in anni caratterizzati da guerre, dittatura, ricostruzione, crisi. E’ interessante osservare come tutta la città – Comune, Provincia, Camera di Commercio, Monte dei Paschi e Società di esecutori di Pie disposizioni – si sia mossa per anni per creare la scuola e renderla pronta per ottenere la regificazione negli anni Trenta. Questi soggetti non solo hanno dato vita all’Istituto, ma lo hanno anche sovvenzionato per anni. C’era un progetto, una convinzione comune: la città aveva bisogno di un istituto tecnico per evitare che i propri ragazzi andassero fuori provincia a conseguire il diploma. La Banca Monte dei Paschi a inizio ‘900 stava cominciando ad espandersi, occorrevano ragionieri capaci di lavorare per rendere grande la banca senese, che oggi è il terzo gruppo bancario italiano. C’era poi la necessità di formare geometri, anche per quello sviluppo che di lì a poco si sarebbe manifestato sul piano urbanistico. Ecco spiegato il motivo per cui amministratori locali – in primis la Provincia di Siena – e banca decisero di portare avanti il progetto di una scuola tecnica per ragionieri e agrimensori. Altro segno tangibile della vocazione commerciale della scuola è la decisione dell’intitolazione a Sallustio Bandini, la cui statua campeggia davanti alla sede storica del Monte dei Paschi. La storia della scuola si intreccia poi con le vicende nazionali e internazionali. La prima guerra mondiale vide, ad esempio, vari studenti del Bandini partire per il fronte. Per quanto riguarda il Fascismo, nel libro si racconta la devozione quotidiana delle scolaresche al Duce, la cultura militaresca impartita ai ragazzi, l’impatto che le sanzioni economiche per la guerra d’Abissinia ebbero sulla scuola, fino ad arrivare alla seconda guerra mondiale, passando per l’amicizia tra Italia fascista e Germania nazista. E’ poi focalizzata l’attenzione sulle leggi razziali del 1938, con la storia di un alunno ebreo che viene espulso dal “Bandini”. La seconda guerra mondiale è raccontata dal punto di vista della vita scolastica che si conduceva durante il conflitto. Interessante poi il periodo dell’occupazione nazista e la successiva liberazione. Si tratta dunque di un corposo lavoro di ricostruzione storica. Una pagina di storia sconosciuta che affiora, grazie a questo lavoro, per andare a arricchire il patrimonio storico-librario della città e delle sue istituzioni. Tutte le novità del Dopoguerra, fino ai giorni nostri, sono poi raccontate per arrivare a capire come la scuola si sia trasformata negli anni, non perdendo mai, però la propria identità.
Il rapporto con il Monte dei Paschi - Ampio spazio è dato al rapporto che la scuola aveva con la Banca Mps. Vengono presentate lettere che negli anni la banca inviava al preside per ottenere informazioni sui migliori alunni che aspiravano ad ottenere un posto in banca. La stessa banca Mps aprì presso l’istituto – e fu fra le prime a farlo in Italia – negli anni Cinquanta un “Banco Modello”, in cui personale dell’istituto di credito insegnava ai futuri ragionieri la tecnica bancaria.
“Bandini” non solo a Siena - Il “Bandini”, fin dalla sua nascita, è stato frequentato da centinaia di studenti grossetani, aretini e fiorentini. Nel libro si racconta anche la storia dei tanti pendolari che venivano a Siena dalle province limitrofe, in primis Grosseto che ancora non disponeva di un istituto tecnico commerciale negli anni Dieci e Venti. Tutti i Comuni del Senese (e questo viene documentato con lettere dell’epoca) plaudirono alla nascita del “Bandini”, dato che molti dei giovani residenti in quelle zone aspiravano a diventare ragionieri o geometri. La pubblicazione di Guerranti racconta anche la storia delle sezioni distaccate del “Bandini” in Valdichiana, Amiata e Valdelsa, che dopo alcuni anni si trasformarono in istituti autonomi. Il “Bandini”, infatti, dette vita in anni diversi, agli istituti commerciali di Montepulciano e Poggibonsi e all’istituto per geometri di Piancastagnaio. Per alcuni anni queste realtà funzionarono come scuole distaccate dipendenti dall’istituto senese. Poi ottennero l’autonomia.
Il registro della memoria degli ex studenti e insegnanti - l prossimo 27 maggio tutti gli ex studenti e insegnanti della scuola che hanno un ricordo da raccontare potranno segnare il proprio nome e cognome in uno specifico registro, in modo da essere ricontattati per una video-intervista. In giugno e luglio, infatti, saranno girate decine di interviste per produrre un documentario. Il progetto prevede infatti anche la realizzazione di un video-documentario che avrà lo stesso intento del libro con la peculiarità di avere al proprio interno decine di interviste e riprese filmate. Il “Bandini” sarà raccontato attraverso i racconti di chi lo ha vissuto. Questo video sarà poi presentato nel secondo evento in programma, all'inizio del prossimo anno scolastico.
Chi sostiene il progetto sui 100 anni - Il progetto di ricerca sulla storia dell'Istituto, con relativa pubblicazione del volume e la produzione del documentario, è sostenuto da Banca Monte dei Paschi di Siena con il contributo di Fondazione Monte dei Paschi di Siena, Provincia di Siena e Camera di Commercio di Siena.
Info - Chi è interessato ad ottenere informazioni sulla pubblicazione oppure fornire informazioni o fotografie o filmati sul “Bandini” può contattare l'Istituto al numero 0577.49197 o spedire una mail a centoannidelbandini@libero.it o collegarsi alla pagina Facebook “Istituto Bandini Cento anni”
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