Il calcolo della felicità del filosofo Maupertuis si svela nel saggio di Fabrizio Verde

il 26/08/2013 - Redazione

“La Felicità è la somma dei beni che restano dopo la sottrazione de’ mali. L’infelicità è la somma dei mali, che restano dopo la sottrazione de’ beni”. Calcolare felicità e infelicità considerando la durata e l’intensità di ogni piacere e di ogni dolore: questo sosteneva Maupertuis, scienziato e filosofo francese, una delle figure più importanti dell’Illuminismo. Su di lui è incentrato lo scritto di Fabrizio Verde La polemica in Italia sul “Saggio di Filosofia morale” di Maupertuis (Edizioni Polistampa).

Maupertuis il filosofo - Pierre Louis Moreau de Maupertuis (1698-1759) fu uno dei pensatori più originali del XVIII secolo. Anticipatore del principio della separazione dei poteri di Montesquieu, nonché delle teorie sull’evoluzione di Darwin, adottò il concetto del conto geometrico dell’etica esposto precedentemente da Spinoza. La sua concezione di felicità, contenuta nell’Essai de philosophie morale del 1749, prevedeva che i dolori superassero sempre i piaceri: per questo solo la religione, che proietta l’uomo nell’attesa di un’altra vita sottraendolo ai mali di questa, può essere garanzia di felicità. La teoria diede origine a un’aspra polemica tra il teologo domenicano Casto Innocente Ansaldi e il filosofo Francesca Maria Zanotti. Quest’ultimo nel suo Ragionamento (1749) rifiutava la premessa edonistica su cui si basava l’Essai, insistendo sulla eterogeneità dei piaceri che impediva il calcolo maupertuisiano e negando la troppo rigida distinzione tra soluzione stoica e soluzione cristiana della vita morale.

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