I libri "aspetti di vita quotidiana", i risultati dell'indagine Istat

il 14/05/2010 - Redazione

Nel 2009 oltre 25 milioni e 300 mila persone hanno letto almeno un libro. È quanto emerge dai dati Istat raccolti nell'indagine “Aspetti della vita quotidiana”, secondo i quali ben il 45,1% della popolazione ha dichiarato di aver letto un libro. Ad influire molto sui livelli di lettura sembra essere il titolo di studio, si va, infatti, da un massimo dell'80,6% tra i laureati a un minimo del 28,4% tra chi possiede la licenza elementare o nessun titolo di studio. Per quanto riguarda la quota dei lettori, la percentuale più alta si riscontra tra la popolazione di 11-17 anni (oltre il 58%), con un picco tra gli 11 e i 14 anni (64,7%), e decresce all'aumentare dell'età. Già a partire dai 35 anni come dimostrano i dati Istat, la quota di lettori scende sotto il 50%, per diminuire drasticamente dai 65 anni in poi e raggiungere il valore più basso tra la popolazione di 75 anni e oltre, paradossalmente l’età in cui si avrebbe maggior tempo a disposizione.  L'indagine “Aspetti della vita quotidiana”  che rileva ogni anno informazioni sulla lettura di libri nel tempo libero, sul profilo dei lettori e sulla dotazione delle biblioteche domestiche, dimostra che sono le donne a leggere di più. Le differenze di genere sono presenti in tutte le fasce di età e risultano più marcate  tra i giovani della fascia di età 20 - 24 anni, dove la quota di lettrici supera il 66%, mentre quella dei lettori si attesta al 39,2%. Le differenze di genere che vanno affievolendosi negli anni per poi annullarsi tra gli over 75.

I lettori per Regione -  Le regioni del nord  detengono le quote più alte di lettori, quasi il 52% della popolazione dai 6 anni in avanti, ha letto almeno un libro nei 12 mesi precedenti l'intervista. Nelle regioni del centro Italia questa percentuale si ferma al 48%. Il fanalino di coda restano le regioni del sud e le isole dove la quota di lettori scende rispettivamente al 34,2% e al 35,4%. Entrando nel dettaglio si nota che è presente una significativa instabilità regionale nei livelli di lettura. Il Trentino-Alto Adige e il Friuli-Venezia Giulia fanno registrare livelli di lettura superiori al 56%, mentre Marche, Umbria e tutte le regioni del Mezzogiorno si attestano al di sotto della media nazionale. In particolare, agli ultimi posti si collocano Calabria (34,3%), Puglia (33,1%), Campania (32,9%) e Sicilia (31,5%).


E. M.

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