Nonostante un Piano Pandemico fermo al 2006, l’Italia nel febbraio 2020 dichiarava il livello più alto di preparazione contro l’epidemia da Covid-19. Questo tassello fa parte di un mosaico ben più ampio di incongruenze, inefficienze e omissioni, che hanno consentito all’epidemia una incontrastata diffusione. Dall’analisi degli antefatti, determinanti per le tragiche conseguenze della pandemia, parte “Il potere del virus” (Edizioni Effigi) il libro del giornalista
Daniele Magrini che sarà presentato sabato 24 aprile alle ore 17 - nell’ambito della rassegna I Colori del Libro Off curata da Toscanalibri.it – in diretta sulla pagina Facebook e sul canale YouTube di Toscanalibri.it. Oltre all’autore interviene
Luigi Carletti. Modera il giornalista
Michele Taddei.
Il libro - Dopo un anno di dominio feroce, milioni di morti e l’economia devastata, il Covid-19 ha trovato nei vaccini la prima reale opposizione, ma subito sono emersi gli errori dell’Europa e i ritardi dell’Italia, penalizzata dallo smantellamento del polo produttivo vaccinale. Sul tentativo di correre ai ripari, sui conflitti innescati dall’epidemia e sulla nuova mappa del potere rivoluzionata dalla pandemia, indaga il volume, suddiviso in quattro parti: la Resa, la Speranza, i Conflitti, il Racconto Mediatico. Come ha fatto proprio il Paese dove tutto è cominciato, la Cina, ad acquisire una nuova supremazia globale? Quanto hanno pesato le evidenti contraddizioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità? Ma anche quelle della
Global Health Security Agenda, l'agenzia internazionale per la prevenzione delle epidemie, nata nel 2014 e subito presieduta per sei anni dall'Italia. Con scarsi risultati E perché in un mondo così tecnologicamente avanzato non è scattato l’allarme digitale? Nel libro si offrono spunti per capire come la pandemia sia dilagata approfittando di colpevoli inefficienze diffuse e impegni internazionali disattesi, mentre emergono le nuove
guerre fredde basate sui vaccini. Cina e Russia in particolare sono protagoniste di un vero e proprio
colonialismo sanitario: portando vaccini nei Paesi che ne sono privi, acquisiscono egemonia geopolitica. L’Europa, in tutto questo, pur centrando l’obiettivo della committenza unica, ha sbagliato troppo ed è apparsa in posizione di eccessiva sudditanza nei confronti dei colossi produttori di vaccini. L’Italia soffre particolarmente questa condizione, perché da decenni ha smantellato un settore dove esprimeva invece eccellenza e know-how. Nel libro si riportano gli allarmi che pure erano stati lanciati di fronte allo smantellamento del polo produttivo dei vaccini. Ma rimasero inascoltati. E ora la dipendenza vaccinale è problema di sicurezza nazionale. Il libro di Daniele Magrini analizza i tratti peculiari del naufragio italiano - attenuato solo dall’eroismo di medici, infermieri, operatori sanitari - di fronte al Covid-19: la strage della generazione che aveva ricostruito il Paese nel dopoguerra; il primo lockdown generalizzato e non localizzato come aveva invece indicato il Comitato Tecnico Scientifico; i verbali secretati e le catastrofiche previsioni matematiche; la guerra tra Governo e Regioni nonostante la Costituzione attribuisca allo Stato il contrasto alle epidemie; la scuola nel caos; banche e burocrazia a frenare gli aiuti economici; gli algoritmi opachi a indirizzare i livelli territoriali di rischio; i nuovi conflitti tra garantiti e non garantiti; le nuove povertà e le nuove disuguaglianze. In questo quadro il racconto mediatico, così come analizzato nel volume di Daniele Magrini, ha finito per essere caratterizzato soprattutto dalle sfide televisive tra virologi ed epidemiologi. Gli esperti, salvo illuminate eccezioni, hanno occupato i posti dei politici nei talk show ma con la stessa inconsistente carica divisiva, poco attinente ad una lettura scientifica della tragedia in atto. Ne è scaturita una sorta di
macchina mediatica del panico. Molto più incisive sono state tante inchieste giornalistiche in tv e sulla stampa. Anche sui social, tante pagine di approfondimento, talvolta organizzate anche da esperti internazionali, hanno contribuito ad arginare l’
infodemia dilagante. Nelle conclusioni il libro affronta il rischio della paura permanente, ma anche la possibile convivenza con il virus, grazie ai vaccini, e il ritorno ad una vita diversa da prima, ma vissuta secondo il libero arbitrio.
La rassegna – Gli incontri proseguono lunedì 26 aprile alle ore 18.30 con
Simona Bertocchi che presenta “
L’ultima rosa di aprile” (Giovane Holden Edizioni) insieme a
Patrizia Fiaschi e
Susanna Dal Porto, con letture di
Chiara Savoi e
Massimo Norti, mentre sabato 8 maggio alle 17
Alessandra Cotoloni racconterà la storia di zia
Caterina Bellandi raccolta nel volume “
Taxi Milano25” (Edizioni San Paolo). A seguire, il 12 maggio alle 18, c’è la presentazione de “
La Divina Toscana” (Sarnus) di
Mario Lancisi e sabato 15 maggio alle 18
Tito Barbini parlerà del suo nuovo libro, “
Il fabbricante di giocattoli” (Arkadia). Mercoledì 19 maggio alle ore 18 Gigliola Sacerdoti Mariani presenta il saggio "
Donne e poeti vedono arrivare la verità" (Edizioni Effigi). Chiude l'edizione primaverile de I Colori del Libro Off
Gianni Manghetti che, martedì 25 maggio alle ore 18, dialogherà con
Livia Turco,
Pierluigi Ciocca e
Walter Tocci a partire dal libro “
I capi del PCI. Storia di un gruppo dirigente visto da vicino” (primamedia editore). Modera il giornalista
Roberto Monteforte.