Unisce la vita di Contrada alle vicende locali del risorgimento italiano per festeggiare in modo originale e tutto senese i centocinquanta anni dell’Unità d’Italia. Stiamo parlando del volume “Girolamo Spannocchi, Capitano Patriota e le Monture alla Piemontese” , scritto da Walter Benocci con la prefazione di Giuliano Catoni, presentato nella Sala delle Vittorie della Contrada del Drago. Ad introdurre la serata il professore Giuliano Catoni, già docente di Archivistica presso l’Università degli Studi di Siena, il quale ha presentato la figura di Girolamo Spannocchi, dragaiolo purosangue la cui famiglia risulta avere dirigenti della Contrada già dal XV secolo.
Girolamo Spannocchi - Figura “anomala” del risorgimento italiano vista l’età avanzata durante la quale scoprì i propri sentimenti liberali – ha spiegato Catoni –, Girolamo trascorre molti anni della propria vita a Vienna come Colonnello austriaco dell’esercito imperiale. Tornato poi nella sua città natale, si vede negare l’incarico di Comandante della Guardia Civica di Siena: evento che lo delude a tal punto da fargli scoprire gli ideali liberali. Da quel momento in poi – ha sottolineato Catoni –, Spannocchi inizia ad odiare le parti reazionarie, fondando addirittura una circolo politico nella Contrada dell’Oca. Diviene un vero e proprio elemento di disturbo per la Polizia Granducale tanto che, nel 1850, Spannocchi si vede revocare la carica di Capitano della Contrada del Drago proprio per motivi politici a causa dei suoi ideali da “liberalaccio”. Condannato al carcere e poi all’esilio sempre per motivi politici, Girolamo Spannocchi muore lontano dalla sua Siena, nel 1863 a Livorno, avendo fatto appena in tempo a vedere realizzato il sogno dell’Unità d’Italia.
Le monture alla piemontese - Le monture alla Piemontese sono ritenute da molti un omaggio ai Savoia e a Carlo Alberto. Una motivazione vera soltanto in parte e molto enfatizzata – ha detto Catoni – poiché, con molta probabilità, il modello piemontese era dettato anche dalla “moda” del tempo, dalla possibilità e dalla relativa facilità nel reperire sarti che lavoravano per gli eserciti, tra i quali anche quello piemontese.
La pubblicazione - L’autore del libro ha spiegato come l’idea del suo volume sia nata da una mostra delle monture risorgimentali delle Contrade di Siena, organizzata dalla Contrada della Torre. Da quello spunto – ha detto il dragaiolo Walter Benocci –, ho deciso di continuare ad indagare sulle monture risorgimentali del Drago. Dagli archivi della Contrada sono “saltate fuori” molte ricevute che testimoniano la realizzazione di monture alla Piemontese, fatture tutte intestate a Girolamo Spannocchi che dimostrano come il Capitano “liberalaccio” avesse finanziato di tasca propria quei lavori di sartoria destinati alla comparsa della sua amata Contrada. Vestire il Drago alla Piemontese per Spannocchi voleva dire, forse, manifestare esplicitamente la convinzione che anche a Siena il vento del risorgimento era oramai inarrestabile. L’autore ha sottolineto poi che il Drago avrebbe dovuto restituire il denaro a Spannocchi ma in realtà la Contrada non si fece più viva per molti anni, tanto che alla fine Girolamo decise di cancellare il debito. Nel 1859 però la Contrada lo rielesse “pro forma” suo Capitano: un modo per ringraziarlo del suo amore verso il Drago e per saldare, almeno formalmente, quel debito delle monture mai pagate. Il libro di Benocci, edito dalla Contrada del Drago, oltre ad essere una pubblicazione che contribuisce alla memoria storica di un Rione e ai festeggiamenti senesi del centocinquantesimo anno dell’Unità d’Italia, è anche un ennesimo modo per ringraziare, a distanza di un secolo e mezzo, il Capitano Girolamo Spannocchi sia per le sue monture alla Piemontese che per tutto l’amore da lui dato alla Contrada di Camporegio.
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