Dall’Olympia di Parigi alla piazza del Duomo di Pienza, passando per le sue amate Langhe. Gianmaria Testa, dopo aver incantato per anni la Francia dove è stato scoperto e adottato, si presenta al pubblico del Festival della Valdorcia domani, (martedì 11 agosto ore 21.30) con l’aura di chi ormai è considerato unanimemente uno dei cantautori italiani più importanti. Della scuola dei Tenco, Paoli, De André, Conte, infatti, sa mantenere un animo profondamente popolare e raffinato al tempo stesso. Fanno il resto una voce roca e vellutata; testi come piccole poesie; musiche che evocano di volta in volta il tango, il jazz, la bossanova, la habanera, il valzer. Il suo cantare per immagini e sentimenti è semplice, di matrice tradizionale, e perciò vincente e convincente. E si deposita diritto nell’intimo di chi ascolta.

“Da questa parte del mare” (Premio Tenco 2007) è l’ultimo lavoro in studio e racconta il tema delle migrazioni moderne, le ragioni dure del partire, di attraversare deserti e mari, il significato di parole come “terra” o “patria” e il senso di sradicamento e smarrimento che lo spostarsi porta sempre con sé. Un tema quanto mai attuale e universale nell’Italia di oggi, su cui vale la pena riflettere ancora a lungo, magari, come in questo caso, sotto la straordinaria perfezione della facciata del Duomo disegnata dal Rossellino. Sul palco ci saranno anche il contrabbasso di Nicola Negrini che a tratti cercherà compagnia nell’elettronica, e tutte le declinazioni dei “fiati” di Piero Ponzo, clarinettista “storico” di Gianmaria che questa volta, però, non si negherà la tentazione di altri strumenti.