Il giornalista inviato di guerra, Franco Di Mare sarà il protagonista degli Incontri al Castello, organizzati dal Comune di Rosignano e curati da Gloria De Antoni, giovedì 21 luglio, ore 18, alla limonaia di castello Pasquini.
L’autore - Giornalista professionista dal 1983, è uno dei volti più noti della RAI. Inviato speciale per il TG2 dal 1991 e dal 2002, per il TG1, ha seguito tutti i conflitti degli ultimi venti anni: Bosnia, Kosovo, Somalia, Mozambico, Algeria, Albania, Etiopia, Eritrea, Ruanda, prima e seconda guerra del Golfo, Afghanistan, Timor est, Medio Oriente e America Latina. Nel corso della sua carriera giornalistica si è si è spesso occupato di politica internazionale: i falliti colpi di stato in America latina, le campagne elettorali presidenziali in Francia, Stati Uniti, Bulgaria e Algeria, ha realizzato reportage sulle mafie e sul terrorismo da tutto il mondo. Con Renzo Arbore ha realizzato gli speciali sull’uragano Kathrina da New Orleans. Per la sua intensa attività professionale ha ricevuto due Premi Oscar della televisione, il premio giornalista dell’anno, il premio Ilaria Alpi, Il premio Maria grazia Catuli e molti altri. Ha condotto Uno Mattina e dal 2006 conduce su RAI 1 la trasmissione mattutina “Sabato e Domenica.” Alla sua attività di giornalista e coduttore, Franco di Mare affianca un intenso impegno sociale e civile per sensibilizzare l’opinione pubblica agli orrori delle guerre.
Il volume - A Castiglioncello presenterà il suo primo romanzo pubblicato da Rizzoli, “Non chiedere perché”. Il romanzo narra una storia, ispirata a vicende realmente accadute che ruota attorno a un formidabile atto d’amore che, a dispetto delle bombe e della burocrazia, si è potuto compiere grazie all’aiuto provvidenziale di due donne e alla determinazione incrollabile di un uomo. Ed è diventata un romanzo che emoziona, commuove e rivela, in Franco Di Mare, un nuovo, sorprendente talento narrativo. La vicenda è quella di un inviato a Sarajevo, durante gli anni della guerra nei Balcani. Il suo lavoro è difficile. Deve documentare l’assedio feroce di una città europea per storia e vocazione; una città cosmopolita nelle usanze che, nel giro di pochi anni, si trova ad essere teatro di una guerra impensabile. I giornalisti che viaggiano molto, gli inviati speciali che corrispondono dai paesi in guerra, conducono spesso una vita solitaria: non c’è tempo per consolidare gli affetti, per mettere radici, per coltivare una famiglia. Marco Di Luca, protagonista di “Non chiedere perché”, non fa eccezione. Ancora giovane, è già reduce da una separazione consumata in seguito alle sue assenze. Quando accetta di partire per la Bosnia, nel 1992, lo fa senza pensarci troppo anche perché non ha nessuno che cerchi di trattenerlo, di averlo accanto a sé. A entrare in confidenza con la morte, respirata e conosciuta ad ogni angolo di strada, Di Luca impiegherà poco tempo, così come a farsi conoscere e rispettare dai serbi con cui entra in contatto.
I temi - Di Luca è bravo a confezionare rapidamente servizi televisivi nei quali racconta la vita che prosegue, nonostante tutto, nelle manifestazioni quotidiane di coraggio della gente di Sarajevo. Ma il suo lavoro, naturalmente, è anche quello di mostrare in maniera inconfutabile l'orrore che si sta consumando nel cuore del vecchio continente in mezzo all'indifferenza generale e all'inanità delle Nazioni Unite. Un giorno, una granata cade viene sparata su di un orfanotrofio. In mezzo ai bambini, fortunatamente tutti sopravvissuti, ce n’è una che attira immediatamente l’attenzione di Marco: è Malina, di dieci mesi, unica bimba dai capelli scuri in mezzo a tanti bimbi biondi. In un gesto spontaneo di Malina, che gli cinge la testa con il braccino, Marco vede una richiesta e un appello, e a questo appello risponde con una promessa: farà di tutto per avere in affido, e possibilmente adottare, questa bambina sfortunata. Gli ostacoli, naturalmente, non mancano: e prima ancora delle difficoltà oggettive che la guerra impone ogni giorno a chi debba farsi strada tra le schegge che solleva, a impensierire il giornalista sono i suoi stessi dubbi. Nonostante tutto, però, Di Luca va avanti a testa bassa. Fra i personaggi che affollano le pagine del libro di Franco Di Mare – la cui storia vera è appena dissimulata nel libro dai nomi, che sono inventati – ci sono coraggiose giornaliste tedesche, presidentesse di associazioni per la tutela dei diritti dei bambini, operatori televisivi e persone la cui storia è comunque segnata dall'esperienza della guerra, che così come distrugge le vite puo' rinsaldare i rapporti d'amicizia o farne nascere di nuovi.
Info - In caso di brutto tempo tutti gli appuntamenti si svolgeranno presso l’Auditorium del castello Pasquini. Infoline: 0586753707.
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