Dal passero che zampetta sulla neve al branco di mostruosi arcicani, per non parlare di punti interrogativi che per rimorso diventano esclamativi, virgole che muoiono schiacciate dal peso di cento paroloni e accenti pasticcioni che combinano guai in ogni dove. I personaggi delle favole di Gianni Rodari, perfetti nella loro fantasiosa essenza, hanno preso vita grazie alla matita di illustri disegnatori e fumettisti e sono diventati i protagonisti di numerose canzoni per grandi e piccini. Uno dei sodalizi maggiormente riusciti è quello tra lo scrittore italiano e l’artista Bruno Munari, soprattutto per la finalità pedagogica che lo ha animato fin dall’inizio. Il concetto chiave del loro metodo creativo è che rapportarsi con i bambini non significa tradurre per loro la realtà banalizzandola, sottovalutando le loro potenzialità conoscitive, quanto piuttosto spiegare loro concetti anche complessi mediante mezzi più consoni. Ecco così che l’infanzia viene vista come un preludio alla vita da adulti e, in quest’ottica, la creatività nell’uso delle parole per Rodari e delle immagini per Munari non è fine a se stessa ma considerata fondamentale per lo sviluppo autonomo del pensiero. Ne sono un esempio Filastrocche in cielo e terra, Il pianeta degli alberi di Natale e La torta in cielo. Un altro rapporto di collaborazione ben riuscito, durato vent’anni, è quello con lo scenografo e illustratore Emanuele Luzzati. Sono oltre venti i testi di Rodari da lui interpretati (come Filastrocche lunghe e corte e Il libro dei perché) e, sempre con lui, Gianni Rodari ha lavorato nel 1962 per la realizzazione del film d’animazione Il castello di carte e in seguito per lo spettacolo teatrale La storia di tutte le storie, messo in scena nel 1977. Più recente ma non meno importante è poi il legame con Francesco Tullio Altan, il fumettista disegnatore papà della Pimpa che, a partire dal 1992, ha illustrato tutta la serie dei libri di Gianni Rodari per la Einaudi Ragazzi. Merita infine un accenno l’unione artistica con il cantautore Sergio Endrigo che ha messo in musica, nell’album Ci vuole un fiore, alcune tra le più belle poesie di Gianni Rodari. Basti pensare proprio all’omonimo componimento, ma anche a Il signore di Scandicci e Mi ha fatto la mia mamma. Merito di Endrigo l’aver sempre mantenuto un alto livello qualitativo nei testi e nelle musiche, senza mai cadere nel banale come, a volte, è successo ad altri autori che si sono cimentati in brani per bambini.
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